Borsa, a Piazza Affari non si ferma il crollo: male le banche, Fca e Tim

Fca questa mattina ha annunciato lo stop alla produzione nella maggior parte degli stabilimenti produttivi in Europa fino al 27 marzo 2020

MILANO – Ennesimo inizio di settimana decisamente complicato sui mercati con Piazza Affari che ha aggiornato i minimi pluriennali. Il Ftse Mib ha chiuso a 14.980 punti, con un calo del 6,10%. Dai top annui del 19 febbraio l’indice guida di Piazza Affari ha ceduto quasi 10.000 punti, pari a un crollo nell’ordine del 40 per cento. La decisione della Federal Reserve di portare i tassi a zero e di avviare un QE da ben 700 miliardi di dollari ha fallito nel tentativo di mettere stop al panico sui mercati. L’indice VIX, che indica la volatilità implicita a 30 giorni dell’S&P 500 e viene identificato come una misura della paura degli investitori, è salito oggi fino a 76 punti, +30% rispetto a venerdì e sui nuovi massimi dai picchi toccati nel 2008 dopo il crac Lehman.

A picco Fca

Tra i peggiori FCA (-14,46% a 7,169 euro) che nel corso della seduta era arrivata a oltre -20% sotto il muro dei 7 euro e sui nuovi minimi dal 2016. Fca questa mattina ha annunciato lo stop alla produzione nella maggior parte degli stabilimenti produttivi in Europa fino al 27 marzo 2020, al fine di implementare le azioni per affrontare l’emergenza COVID-19 e adeguare la produzione alla domanda. Le attese sono di un forte shock della domanda in Europa finchè l’emergenza Covid-19 non rientrerà.

Fca, insieme a Ford Motor, General Motors e il sindacato United Auto Workers, ha deciso di lanciare negli Stati Uniti una task force congiunta per rafforzare le misure di sicurezza per tutelare i lavoratori delle fabbriche e dei magazzini delle tre aziende, in risposta alla pandemia di coronavirus. Il piano di emergenza al momento non prevede l’interruzione della produzione, con ognuna delle tre aziende firmatarie che metterà a punto azioni specifiche da implementare nelle proprie strutture produttive.

Minimi storici per Telecom

Nuovi minimi storici per Telecom Italia caduta di oltre il 12% e scesa per la prima volta sotto quota 0,30 euro. Atlantia ha chiuso a -7,17% dopo aver viaggiato per gran parte della seduta con ribassi a doppia cifra. I dati di traffico evidenziano per Austostrade per l’Italia un -4,4% fino all’ 11 marzo, mentre per Abertis la Spagna ha registrato un +2,2% e la Francia +1,9% (effetto Gilet Gialli a gennaio 2019). Nelle ultime due settimane per l’effetto del Covid19, ASPI ha registrato cali del 22% e 40% e la Francia dell’11% e 7%.

Soffrono le banche

Tra le banche -12,57% Unicredit, oltre -10% per UBI e -9,75% Intesa Sanpaolo. Sul fronte spread c’è stato un nuovo allargamento a 257 pb con tassi Btp tornati sopra il 2%. A fine seduta è spuntato qualche segno più con +3,64% per Salvatore Ferragamo e +1,97% per Juventus, che risulta comunque tra i peggiori performer da inizio anno. Tra i titoli a tenere bene figura anche Ferrari (-0,97% a 122 euro). Gli analisti di Morgan Stanley, che sottolineano la forte domanda e la liquidità del Cavallino Rampante, consigliano di aggiungere il titolo alla “lista della spesa”.

Il target price indicato dalla banca d’affari Usa è di 180 dollari, molto sopra il prezzo attuale. Ferrari nel weekend ha annunciato la sospensione della produzione negli impianti di Maranello e Modena per due settimane per motivi precauzionali. “Riteniamo che la sospensione del 100% della capacità produttiva per 2 settimane sia recuperabile nel corso dell’anno; nel caso di protraesse ci sarebbero inevitabili ritardi nelle consegne”, argomenta Equita SIM.

(LaPresse/Finanza.com)

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