MILANO (LaPresse/Finanza.com) – Borsa. Chiusura di settimana in positivo per Piazza Affari con l’indice Ftse Mib che chiude a +1,07% a quota 19.390 punti. Oggi la giornata si chiude con i risultati degli stress test dell’Eba sulle banche europee. E tra le italiane ci sono nel mirino Intesa Sanpaolo, Unicredit, Ubi Banca e Banco Bpm, gli unici quattro grandi istituti italiani sottoposti all’esame congiunto con la Bce che secondo i pronostici otterranno la promozione.
Respira il settore bancario
Il comparto bancario quindi è il protagonista oggi sul listino milanese. Chiudono in territorio positivo le quattro oggetto degli stress test, Intesa Sanpaolo (+1,04%), Unicredit (+3,22%), Ubi Banca (+2,65%) e Banco Bpm (+3,64%). Chiudono in territorio positivo anche Bper Banca (+4,06%) e Mediobanca (+1,33%). Tra i sei istituti significativi su cui le autorità hanno condotto test “paralleli”. Anche lo spread ritraccia in area 290 punti base.
Borsa, lo spread chiude a 289 pb
Chiude in netto calo a 289 punti base lo spread tra Btp e Bund tedesco, con il tasso del decennale italiano al 3,31% sul mercato secondario. Il differenziale beneficia delle indiscrezioni sugli stress test delle banche italiane, che da questa mattina parlano di una promozione.
Piazza Affari, salgono i titoli Fca
A Milano in luce oggi anche Fca (+4,10%) dopo i buoni dati sulle immatricolazioni negli Usa. L’allentamento delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina produce effetti positivi su Moncler che chiude a +5,19%, ma vanno bene anche gli altri titoli del settore lusso, come Salvatore Ferragamo (+2,15%).
Flessioni di Apple e Pirelli
Dopo una giornata al rialzo chiude in territorio negativo Pirelli (-0,96%) mentre Prysmian segna +3,66% dopo essere stata indicata da Morgan Stanley tra i titoli che potrebbero rimbalzare e offrire soddisfazione.
Infine Stm dopo una giornata all’insegna dei guadagni mostrando di non aver risentito delle previsioni deludenti di Apple chiude la settimana in calo dello 0,18%. Oggi la decisione di Dbrs sul nostro paese per cui non si prevede un miglioramento sostanziale della performance di crescita e, a breve termine dice l’agenzia di rating l’economia potrebbe risentirne negativamente.