Borsa, Milano in rosso: tonfo delle banche, Leonardo a +1%

Contraccolpi anche sui listini europei, che aprono in territorio negativo

MILANO – In una giornata turbolenta per i mercati, per le conseguenze del raid statunitense in Iraq, Piazza Affari chiude in rosso. L’indice Ftse Mib termina gli scambi della prima settimana del 2020 in calo dello 0,56% a 23.702,35 punti. Le tensioni geopolitiche in Medio Oriente tornano a preoccupare gli operatori di mercato.

Volano i prezzi del petrolio

Balzo dei prezzi del petrolio e azionario sotto pressione dopo le conferme arrivate dal Pentagono sul raid. Durante le contrattazioni asiatiche i prezzi del petrolio volano fino a +4%, prima di ridurre i guadagni. I futures sugli indici azionari Usa puntano immediatamente verso il basso, con quelli sul Dow Jones capitolati di oltre 155 punti. Il boom dei prezzi del petrolio dà un forte assist ai titoli energetici, che a Wall Street si confermano l’unico settore in rialzo. L’Energy Select Sector Spdr Fund (Xle) sale di oltre +1%, Devon Energy e Marathon Oil balzano entrambi di oltre il 3% mentre Occidental Petroleum sale di oltre +2%.

In rialzo Tenaris

Sulla Piazza milanese brilla il titolo di Tenaris, che termina gli scambi in rialzo dell’1,34% a 10,235 euro. La società ha completato l’acquisizione precedentemente annunciata di Ipsco Tubulars, un produttore statunitense di tubi in acciaio, da Pao Tmk. Il prezzo di acquisizione è stato determinato senza considerare cassa e debito, a seguito di rettifiche contrattuali, ed è stato di 1.067 milioni di dollari in contanti (di cui circa 220 milioni di capitale circolante).

Brilla anche Leonardo a Piazza Affari

Molto bene anche Leonardo, che chiude la giornata di contrattazioni in rialzo dell’1% a 10,58 euro. Stesso incremento in chiusura per Recordati (+1% a 38,33 euro). Recupera terreno dopo i cali dei giorni scorsi il titolo di Atlantia, che termina in rialzo dello 0,94% a 20,35 euro. Revocare la concessione autostradale ad Atlantia non punirebbe soltanto la famiglia Benetton, ma tutti i soci e gli investitori, risparmiatori italiani e fondi istituzionali ed esteri, che hanno messo soldi nella holding, scrive l’ex a.d. di Atlantia e Autostrade per l’Italia, Vito Gamberale, in un intervento sul Corriere della Sera. Per il quotidiano, la perdita della concessione di Aspi senza compensazione potrebbe innescare un default di circa 16 miliardi di euro di debito per Atlantia e la holding della famiglia Benetton sarebbe pronta a pagare circa 2,1 miliardi di euro per evitare di perdere la concessione (circa 3 mila chilometri di autostrade).

Giù le banche

Tra i peggiori titoli di giornata si inseriscono diversi titoli bancari. Ubi Banca segna il maggior ribasso del giorno, cedendo il 2,89% a 2,855 euro. Segue Unipol, in calo del 2,84% a 5,05 euro e poi Finecobank che chiude in rosso del 2,68% a 10,71 euro. In rosso anche Banco Bpm, che termina gli scambi perdendo il 2,39% a 2 euro. Il ceo di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, ha bollato in un’intervista a Il Messaggero come “infondate” le voci su una possibile aggregazione con Ubi Banca e confermato l’intenzione di tornare a distribuire un dividendo a valere sull’utile 2019.

Contraccolpi per i listini europei

Contraccolpi anche sui listini europei, che aprono in territorio negativo. Le Piazze del Vecchio continente terminano però in territorio misto. Se a Parigi l’indice Cac40 termina gli scambi in rialzo dello 0,04% a 6.044,16 punti e a Londra il Ftse100 guadagna lo 0,24% a 7.622,4 punti, a Madrid l’indice Ibex cede lo 0,46% a 9.646,6 punti e a Francoforte il Dax lascia sul campo l’1,25% a 13.219,14 punti.

(AWE/LaPresse)

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