Borsa, Piazza Affari chiude a +4%: rally banche, Campari regina a +10%

Tra i pochi titoli in territorio negativo spicca Eni (-0,11% a 9,31 euro) che paga il dietrofront del petrolio

MILANO – Piazza Affari vola a inizio settimana e il Ftse Mib ha chiuso a +4% a quota 17.039 punti. A dare fiato al rally è stato l’ottimismo per gli ultimi numeri di infezioni e decessi che sono diminuiti negli ultimi giorni in Italia e Spagna, i due paesi europei più colpiti da Covid-19. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha indicato il primo calo del numero di decessi correlati al coronavirus negli Usa come un “buon segno”.

Bene le banche

Sul parterre milanese rally prepotente dei bancari con Intesa Sanpaolo (+9,7% a 1,4582 euro). Gli analisti di Bank of America hanno confermato buy su Intesa Sanpaolo, così come su Unicredit e Mediobanca. Molto bene anche Unicredit (+8,67% a 7,107 euro). Il titolo Unicredit era reduce da una striscia di ben sette cali consecutivi con quotazioni ripiombate sui minimi storici.

Campari maglia rosa

Maglia rosa di giornata a Campari, che termina gli scambi in aumento del 10,18% a 6,7 euro. Tra i migliori di giornata anche Leonardo (+7,48% a 6,78 euro) dopo le indiscrezioni del Sole 24 Ore, che ha riportato che il premier Giuseppe Conte dovrebbe prendere una decisione entro il 18 aprile sulle nomine dei vertici delle grandi società pubbliche come Eni, Enel, Poste, Leonardo per l’appunto, Enav, Mps, Terna.

Atlantia in rialzo

Si arresta il rally prepotente di Atlantia (+0,30% a 13,24 euro), miglior titolo della scorsa ottava sulle indiscrezioni di un possibile accordo con il governo per evitare la revoca ella concessione autostradale. Secondo il Messaggero il governo chiederà ad Atlantia di taglio delle tariffe del 5% nel corso della concessione, una penale di 2 miliardi e l’entrata di Cdp e F2i nel capitale. Non si sarebbe ancora l’accordo sulla cancellazione dell’art 35 del decreto Milleproroghe.

Eni in calo

Tra i pochi titoli in territorio negativo spicca Eni (-0,11% a 9,31 euro) che paga il dietrofront del petrolio a seguito del rinvio del meeting Opec+ per decidere il taglio della produzione e che potrebbe a questo punto tenersi il 9 aprile. Intanto Kirill Dmitriev, numero uno del fondo sovrano russo Rdif, ha dichiarato che la Russia e l’Arabia Saudita sono “molto, molto vicine” a raggiungere un accordo sui tagli alla produzione di greggio. Un accordo, ha aggiunto, che porterà “una stabilità importante sul mercato”.

(LaPresse/Finanza.com)

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