Borsa, Piazza Affari scivola ancora: male Enel e Tim, corre Unicredit

Finale di settimana altalenante per Piazza Affari che alla fine con i mercati che hanno accolto senza patemi l'inatteso rallentamento del mercato del lavoro Usa.

Piazza Affari
Stefano Meluni / LaPresse

ROMA – Finale di settimana altalenante per Piazza Affari che alla fine con i mercati che hanno accolto senza patemi l’inatteso rallentamento del mercato del lavoro Usa. La scarsità dell’offerta di lavoro continua a persistere oltreoceano e a novembre sono stati creati soli 210.000 nuovi posti di lavoro, meno della metà di quanto previsto dagli analisti e pari al ritmo più basso da fine 2020. La reazione rialzista di Wall Street può essere interpretata dal possibile effetto che tale frenata può avere sulla Fed, che potrebbe decidere di non premere troppo sull’acceleratore nel suo percorso di tapering. Intanto sullo sfondo rimane la questione Omicron. La nuova variante Covid continua a crescere in Sud Africa con i ricoveri nel Gauteng in preoccupante aumento. Bisognerà attendere le prossime settimane per capire quanto sia pericolosa questa variante. A fine giornata il Ftse Mib segna -0,26% in area 25.938 punti. Bene i titoli oil (+0,59% ENI e +0,29% Tenaris) in scia alla forza del petrolio post Opec+. Tra le banche si èp mossa bene solo Unicredit con +1,09% in attesa del nuovo business plan in arrivo settimana prossima. Tra i segni meno spiccano invece Enel (-0,97%) e Stellantis (-1,16%). In calo Leonardo (-0,15%) nonostante gli ultimi rumor che vedono KMW+Nexter Defence Systems (KNDS) vicina ad avanzare un’offerta vincolante da 650 mln di euro per le controllate di Leonardo, Oto Melara e Wass, in una mossa che potrebbe rafforzare la posizione del consorzio nel settore della difesa terrestre. Tra i peggiori infine TIM (-2,2% a 0,4644 euro) con il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti che ha puntualizzato come al momento la proposta di KKR è una mera manifestazione di interesse non vincolante, non accompagnata da atti formali e che quindi è prematuro valutare l’eventuale esercizio del golden power.

LaPresse

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