Quando il boss attacca “Cronache”

CASERTA (Domenico Palmiero*) – Confesso che quando qualcuno ci attacca sono soddisfatto. Che siano sindaci, amministratori, politici, funzionari pubblici (il direttore della Reggia di Caserta Felicori, ad esempio), pseudo intellettuali, scrittori condannati per plagio (il riferimento a Roberto Saviano è assolutamente non casuale). Significa che l’obiettivo è centrato, che abbiamo punto nel vivo, che abbiamo lavorato bene. Che abbiamo adempiuto al compito fondamentale che ci assegna la Costituzione: essere il ‘cane da guardia’ della democrazia. Ma, per farlo bisogna essere liberi. E noi lo siamo. L’ultimo affondo contro ‘Cronache’ arriva direttamente dall’ex boss di Mondragone Augusto La Torre. Il quale, durante un’intervista, se la prende direttamente con il nostro cronista Giuseppe Tallino tacciandolo di essere poco più di un pennivendolo, un lecchino, un ‘passacarte’ della procura o di determinati pm. Per la verità non è la prima volta che Augusto La Torre ci accusa di essere portavoce dei pm. Storia vecchia. Vogliamo rassicurare i nostri lettori: nessun attacco ci fermerà, niente ci distoglierà dal nostro lavoro di cronisti seri e coscienziosi. Continueremo ad operare come abbiamo sempre fatto, con assoluta serietà, innamorati della nostra professione e avendo come stella polare il solo giudizio del lettore e il suo diritto a conoscere la verità. Augusto La Torre (e sindaci, amministratori, politici, direttori e scrittori) se ne faccia una ragione.

* direttore responsabile di “Cronache di Caserta”

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome