Bper, Piano 2019-2021 a basso rischio, ma spazio sui dividendi

MILANO – Al termine di un febbraio di “iperattività concentrata”, come l’ha definito l’amministratore delegato Alessandro Vandelli, per Bper è arrivato il momento di scoprire le carte sul prossimo triennio.

La banca emiliana, fresca di approvazione del bilancio 2018, ma reduce anche da operazioni importanti come la salita al 57% di Arca e l’acquisizione di Unipol Banca, ha presentato un Piano industriale 2019-2021 che traguarda un utile da 450 milioni di euro con un rendimento netto sul patrimonio tangibile del 10% circa, un risparmio gestito in aumento del +5% medio annuo in termini di ricavi.


Tre i pilastri sui quali Bper costruirà il suo futuro prossimo

Un piano basato su “assunti molto prudenti, considerato l’attuale quadro macroeconomico” e che quindi presenta un “rischio di esecuzione basso”, sempre secondo Vandelli, ma che proprio per questo potrebbe dare più soddisfazioni agli investitori rispetto a quanto messo nero su bianco dall’istituto di credito.

Abbiamo spazio di manovra, possiamo anche essere più generosi con la nostra politica di dividendi se l’occasione si presenta“, ha spiegato a metà mattina agli analisti l’amministratore delegato, riferendosi al dividendo payout del 25%. Parole che hanno ravvivato il titolo della banca, fino a quel momento impostato su un moderato rialzo dopo qualche titubanza in avvio di sessione, spingendolo fino a una chiusura in progresso del 2,71% a 3,715 euro.


Primo: crescita e sviluppo del business

Le partnership di Arca Vita e Arca Assicurazioni destinate al rafforzamento, così come l’attività della Banca di Sassari sul fronte del credito al consumo.


Secondo: incremento dell’efficienza operativa e semplificazione

Passando anche per la chiusura di 230 filiali e 1.700 uscite complessive tra pensionamenti, adesioni al fondo di solidarietà e scadenze di contratti di somministrazione.


Terzo: una accelerazione del de-risking

Le cessioni di crediti deteriorati che dovrebbero arrivare a 2-3 miliardi di euro nell’arco di piano, comprese quelle legate all’accordo con Unipol, destinato secondo Vandelli a giungere al closing entro la metà del 2019.

Dalla presentazione del piano non è emerso un interesse particolare per quelli che sono i due dossier più caldi a livello nazionale in tema di aggregazioni bancarie. “Non credo sia al momento un target accessibile per il nostro gruppo“, ha osservato Vandelli in merito a Monte dei Paschi di Siena.

Non ho ancora fatto delle considerazioni puntuali su questo o quell’altro soggetto del mercato“, ha chiosato infine il manager, concludendo che “la priorità è portare avanti il nostro progetto di derisking, e non siamo interessati a fare cose che potrebbero bloccare questa strada“.

(AWE/LaPresse)

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome