Brasilia (Brasile), 16 mag. (LaPresse/AFP) – Il governo brasiliano s’indigna per l’appello di vari ex leader europei a favore dell’ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva, attualmente in carcere, perché gli sia consentito di correre nelle elezioni presidenziali di quest’anno.
Tra i firmatari dell’appello ci sono Massimo d’Alema, Enrico Letta e Romano Prodi, l’ex premier spagnolo Jose Luis Rodriguez Zapatero, l’ex presidente francese Francois Hollande, l’ex premier del Belgio Elio Di Rupo. Hanno definito anche la sua incarcerazione per corruzione “affrettata” e affermato che dovrebbe essere “libero di presentarsi davanti agli elettori brasiliani”.
Brasilia non ha gradito: il ministro degli Esteri Aloysio Nunes ha risposto che dato che Lula ha perso in appello nel processo per corruzione ha automaticamente perso il diritto di candidarsi a pubblici uffici.
– Nunes ha anche etichettato l’appello degli europei come “pieno di pregiudizi, arrogante e anacronistico”. “Ho notato con incredulità – ha detto il ministro del governo di Michel Temer – le dichiarazioni di questi personaggi europei che, avendo perso pubblico nei loro stessi Paesi, credono di avere il diritto di dare lezioni sul funzionamento del sistema della giustizia brasiliano”. “Qualsiasi cittadino brasiliano condannato in seconda istanza diventa ineleggibile. Suggerendo una eccezione per l’ex presidente Lula, questi signori propongono una violazione dello Stato di diritto. Lo farebbero nel loro Paese?”, si è domandato Nunes