MILANO (LaPresse) – Imperversa nel Bresciano una epidemia di polmonite con oltre 600 casi ed oltre 450 ricoveri ospedalieri ed almeno due morti, nelle ultime quattro settimane. L’incidenza delle polmoniti nel periodo è cresciuta di oltre nove volte in otto comuni della Bassa Bresciana Orientale. Con punte del 2.661% a Remedello. Da dove proveniva uno dei due morti segnalati, del 4.510% ad Acquafredda, del 2.950% a Visano.
Le contromisure del Codacons
L’epidemia si è comunque estesa a tutto il Bresciano ed anche a diversi comuni del Mantovano, colpendo i maschi due volte su tre e persone con meno di 60 anni nel 39% dei casi, con età tra 60 e 75 anni nel 24,5% dei casi e con età maggiore di 75 anni nel restante 36,5%. L’età media degli ammalati è 64 anni e mezzo.
La Ats di Brescia è impegnata nella determinazione dell’eziologia, cioè nella individuazione degli agenti patogeni responsabili di tale flagello e delle modalità di trasmissione della malattia. Potrebbero non essere sufficienti gli ordinari strumenti di medicina legale, anamnesi, diagnostica di laboratorio a disposizione della clinica ospedaliera bresciana. Al momento sono stati riconosciuti 48 casi di legionella.
Epidemia di polmonite
La polmonite epidemica nel Bresciano è oggi ancora più preoccupante perché si affianca all’epidemia di legionella che ha provocato a Bresso, vicino Milano, 43 casi e 5 morti. Il Codacons chiede all’Ordine Nazionale dei Biologi (ONB) di mobilitare i propri iscritti e la rete dei loro gabinetti di analisi. Per fornire mezzi e supporto all’analisi anamnestica ospedaliera, coordinati da un gruppo di esperti dell’Ordine. Una task force cui partecipino almeno un Microbiologo-Infettivologo, un Epidemiologo, un Esperto di Inquinamento Ambientale. CODACONS è pronto a sostenere tale task force con l’ausilio dei propri esperti nelle stesse discipline. Con l’auspicio che la task force dell’ONB inizi il suo lavoro prestissimo.