La camera dei Comuni le ha dato sostegno, fiducia. La May, con la votazione di ieri, è stata autorizzata a trattare l’accordo con l’Unione europea. Ma se i britannici, convenendo con la premier, vogliono ri-negoziare, non sono pronti a farlo i vertici dell’Ue. “A Londra – ha spiegato Michel Barnier, capo negoziatore– rispondiamo che l’accordo non si tocca”.
Il parlamento alla pm ha dato due settimane per convincere l’Ue a modificare il deal. La misura che non scende giù ai sudditi di Sua Maestà è il ‘backstop’: al momento tutta la Gran Bretagna rientrerebbe a tempo indeterminato nel patto doganale, rendendo la Repubblica d’Irlanda la frontiera del paese. L’alternativa sarebbe trovare un altro sistema per regolare il flusso di persone e merci tra l’Irlanda del Nord e Repubblica d’Irlanda. Ma al momento non c’è.
A stroncare le speranze di un’intesa, almeno per ora, ci ha pensato Jean-Claude Juncker: “Il confine dell’Irlanda è un confine dell’Unione europea, non scivoleremo all’indietro in tempi più bui. L’Unione europea – ha continuato il presidente della Commissione – resterà calma e unita. Il voto di ieri ha aumentato il rischio di un ritiro non ordinato. Dobbiamo essere pronti a tutti gli scenari, anche il peggiore
L’accordo sulla Brexit raggiunto con la premier Theresa May sarebbe “il migliore e l’unico possibile, non sarà rinegoziato”.