LONDRA – “Troviamo un accordo”. La premier britannica Theresa May invita il leader laburista Jeremy Corbyn a elaborare con lei un compromesso per attuare la Brexit. Quasi tre anni dopo il referendum sull’uscita dall’Unione europea.
In un editoriale sul Mail on Sunday, la leader del governo afferma che “il pubblico è stanco dell’incapacità dei due principali partiti di trovare un modo per onorare il risultato del referendum. E per far emergere il Regno Dell’Unione europea”.
Le relazioni tra Londra e Bruxelles
Il divorzio tra Londra e Bruxelles, previsto per il 29 marzo, è stato rinviato al 31 ottobre, a causa della mancata approvazione sull’accordo sul ritiro al Parlamento britannico. May ha fatto i conti con la frustrazione degli elettori nella sconfitta del suo partito alle elezioni locali di giovedì. I Tory hanno perso più di uno su quattro incarichi elettivi, il peggior risultato in 24 anni.
Brexit, la premier May apre al dialogo con Corbyn
Ma anche l’opposizione laburista, incapace di approfittarne, ha perso decine di funzionari eletti, mentre si aspettava invece di conquistarne. “Al leader dell’opposizione, dico: ascoltiamo quello che gli elettori hanno detto nelle elezioni locali e mettiamo da parte le nostre differenze per il momento, troviamo un accordo”, ha detto la premier. Secondo il Sunday Times, May è sul punto di proporre “tre principali concessioni” a Corbyn per trovare un compromesso, compresa l’istituzione di un’unione doganale con l’Ue fino alle prossime elezioni parlamentari, prevista per il 2022.
Le proposte
Le altre due concessioni riguarderebbero l’allineamento delle normative del Regno Unito con la legislazione europea sui diritti del lavoro e gli standard per determinati beni. Ciò ha già provocato reazioni rabbiose da parte dei politici conservatori, per i quali l’uscita dall’unione doganale non è negoziabile. Allo stesso tempo, più di 100 deputati europeisti di cinque partiti hanno scritto a May e Corbyn per avvertirli che non intendono accettare alcuna proposta che non sia sottoposta a referendum.
(LaPresse/AFP)