CASERTA (Angela Garofalo)– Un nutrito numero di musicisti, originari degli stessi luoghi leggendari dell’alto casertano, danno vita alla Briganti band. Scelgono di chiamarsi briganti perché simboli di un’identità fedele al territorio. Riconoscendo così, il giusto plauso alla musica della propria terra e tradizione. Alle spalle, un excursus artistico fatto di innumerevoli live, dischi e collaborazioni prestigiose con artisti della world music, davanti le selezioni di Casa Sanremo Tour. Brillantemente superate, schiudono alla rosa dei dieci finalisti, che si esibiranno nelle serate del 6,7 e 8 febbraio al Palafiori di Sanremo. Briganti band più che una band è un comitato artistico: l’amicizia e la solidarietà prima del talento, si manifesta in tutte le loro decisioni. Si uniscono nel 2005 con l’idea di contaminare i brani della tradizione popolare, in particolare i canti di protesta come le tammurriate, pizziche e tarante, con parsimoniosi spruzzi di riferimenti psichedelici, pop e rock. Rendendo fruibile ad un pubblico più ampio, lontano per età e riferimenti geografici, la musica del Sud del mondo. Elaborano nuovi sound, espressione di un melting-pot musicale che da sempre attraversa confini e latitudini. Esplorazioni, sperimentazioni e fusioni questa è la mission della Briganti band.Vincitori di premi importanti come: Premio Note nella Notte alla Notte della Taranta di Melpignano del 2011, Mei di Faenza come miglior band emergente nel 2012, all’Umbria Folk Festival come band emergente nel 2012.Premiati dal governo italiano in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia come band di musica popolare di interesse nazionale e ospiti alla Festa della Musica di Mantova nel 2017. Vantano collaborazioni illustri come: Michele Mangano nello spettacolo ‘Puglia Partenopea’, Angelo Branduardi al Festival delle Utopie di Letino, Eugenio Bennato all’album ‘Rivolti’, Max Marcolini (arrangiatore di Zucchero Fornaciari) mix nell’ album ‘Rivolti’, Carlo Faiello all’ album ‘Il popolo che danza’ e ospiti alla Notte della Tammorra di Napoli. Attualmente la band è composta da: Florian Guglietta, voce solista, sax, tastiera synth; Maria Sciarretta, voce; Gaspare Valente alla tromba, flicorno soprano; Antonio Colino alle tastiere e fisarmonica; Maurizio Parziale al basso; Gennaro Bortone alle chitarre; Teodoro Delfino alle percussioni e Giuseppe Lanzetta alla batteria. In questi giorni di fermento e dal battito accelerato, li abbiamo raggiunti per Cronache.
Prima di essere una band siete un gruppo di amici. Numerosi, affiatati e solidali. Cosa vi ha unito?
La passione per la musica, l’orgoglio delle nostre tradizioni ma soprattutto la libertà dì creare ‘la nostra musica’ senza dover seguire schemi stabiliti ‘Liberi senza Catene’.
Quando nasce ‘Briganti band’ e perché scegliete di chiamarvi così?
Il progetto nasce nel 2005 con l’idea di rielaborare dei brani tipici del genere popolare con particolare attenzione per i canti di protesta, come le tammurriate. Contaminandole con ritmiche ed armonie caratteristiche a tutto il bacino del mediterraneo e degli altri sud del mondo. Strizzando l’occhio a qualche nostalgico riferimento di sapore psichedelico. Il nome ‘briganti’ è nato perché nella zona dove viviamo nei secoli passati vi era un covo di briganti ma anche ispirati dalla canzone ‘Brigante se more’ dei grandi cantautori Carlo D’Angiò e Eugenio Bennato.
Il vostro genere musicale riporta in auge la musica tradizionale e non solo. Attraverso la musica delle radici per riaffermare un’identità e un territorio…
Ogni qualvolta saliamo su un palco, in ogni nostro singolo gesto e in ogni singola parola, c’è l’orgoglio della nostra identità e attaccamento totale al nostro territorio.
Avete all’attivo 3 album, collaborazioni importanti e premi di spessore. Un aneddoto che volete raccontare di un incontro o più incontri?
In questi tredici anni abbiamo incontrato tanti artisti con i quali abbiamo collaborato e ci hanno molto arricchito dal punto di visto artistico. Ma quelli che ci hanno sorpreso più di tutti sono stati Adriano Pennino e Danilo Ciotti. Con loro abbiamo iniziato da poco un sodalizio artistico, oltre ad essere dei grandi professionisti del panorama musicale Italiano ci hanno dimostrato di essere dei grandi uomini. Cosa rara in questo mondo.
Nel 2018 decidete di partecipare a Casa Sanremo…
È l’ennesima sfida del nostro viaggio.
Dove vi sta conducendo questa carovana?
Non poniamo limiti alla provvidenza.
Cosa porterete sul palco del Palafiori nel prossimo step di Casa Sanremo a febbraio?
Un nostro brano dal titolo ‘Tammurriando’, prodotto ed arrangiato dal maestro Adriano Pennino. Abbiamo girato anche un video clip di questo brano che è presente su YouTube e ovviamente sarà in concorso a Sanremo.