Brucellosi, due giorni di protesta degli allevatori

Brucellosi, Magliocca si schiera con gli allevatori
Brucellosi, Magliocca si schiera con gli allevatori

CASERTA (p.l.) – Nella vertenza bufalina ci sono domande semplici senza risposta. “Per ora!”, assicura il Difensore Civico della Regione Campania Giuseppe Fortunato, al lavoro in queste ore per chiudere la partita del Ricorso formale avviato in piena estate per comprendere le ragioni per le quali in 10 anni sono state abbattute per sospetta brucellosi o tubercolosi bufalina circa 140 mila capi risultati poi sani agli esami diagnostici post mortem (come si legge dai grafici). E, ancora, per capire le ragioni per le quali il vecchio piano regionale per l’eradicazione di queste infezioni bufaline sia stato nei fatti sostanzialmente replicato a marzo scorso nonostante l’evidente disastro del precedente. Settimana, questa, di fitte interlocuzioni con diversi ‘attori’ e tra questi anche con il Presidente della Consulta di Garanzia Statutaria, il professor Alfonso Furgiuele, al quale l’avvocato Fortunato ha inviato un dossier relativo al Ricorso pendente presso il suo Ufficio. Quindi, per la settimana prossima partiranno le convocazioni per provare a dare risposte alle “semplici domande”. Come per le vicende Navigator e dei Diabetici, Fortunato confida nella possibilità di riunire tutti i soggetti a vario titolo coinvolti. Se la Regione non dovesse dare alcun segnale, per Fortunato si consumerebbe una vera e propria omissione e sarebbe costretto a trasmettere gli atti ad altre sedi giudiziarie, a partire da quelle contabili. Né è escluso il ricorso ai poteri sostitutivi. “Vedremo in concreto”, taglia corto Fortunato. La legge, ricorda confermando di aver investito anche l’agenzia europea che si occupa delle frodi comunitarie (Olaf), garantisce comunque tutti gli strumenti per venirne a capo. Intanto fa discutere l’annuncio dato ieri dal Consigliere del Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, Stefano Graziano, della convocazione per sabato prossimo di “un Tavolo a Palazzo Santa Lucia sul problema della brucellosi” e che “al Tavolo siederanno il governatore e le organizzazioni degli allevatori”. Un annuncio a sorpresa, senza specifiche informazioni che, se da un lato dà soddisfazione agli esponenti di Fratelli d’Italia (Giovanna Petrenga, Alfonso Piscitelli, Marco Cerreto ed Enzo Pagano) che dal Borgo Appio avevano stigmatizzato la volontà del governatore di tenerlo a Cancello e Arnone con gli amici e gli amici degli amici, dall’altro ha messo in allarme non poche sigle e associazioni bufaline casertane. De Luca, sostengono, è lo stesso governatore che da quasi otto mesi si rifiuta di incontrare le associazioni bufaline in protesta, lo stesso che in conferenza stampa aveva affermato che la regione Campania era l’unico ente che tutelava le bufale (nonostante i dati sugli abbattimenti sconfessassero questa affermazione),  che erano gli allevatori che di loro spontaneità mandavano le bufale al macello di Cremonini, e che, in coro con l’assessore all’Agricoltura Nicola Caputo, il dirigente del Settore Veterinario della Regione Campania, Paolo Sarnelli e il direttore dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno Antonio Limone, ha sostenuto di aver condiviso il Piano con tutti gli allevatori. Il fatto che Graziano resti nel vago e non nomini il Coordinamento Unitario per la Difesa del Patrimonio Bufalino, è stato giudicato “sospetto”. E non solo, dunque, perché a una settimana dal voto delle Politiche. L’impressione che se ne ricava resta la stessa: il palleggiamento a centrocampo per evitare di subire goal. Di qui, evidentemente la decisione del Coordinamento Unitario per la Difesa del Patrimonio Bufalino di confermare la manifestazione di protesta indetta per oggi a Caserta con tanto di corteo di trattori che alle 14, da Casal di Principe marceranno alla volta di Caserta dove gli allevatori, alle 19 terranno prima un presidio e quindi una fiaccolata fino a piazza Vanvitelli dove pernotteranno fino a mercoledì matina allorché dovrebbe incontrare il Prefetto.

Test per la brucellosi, il Tar prende tempo

CASERTA (Roberto Della Rocca)C’è ancora speranza per gli allevatori che, dal ricorso al Tar presentato dall’imprenditore Giuseppe Gravante, attendono conferma delle loro ragioni. L’agricoltore, assistito dall’avvocato Mario Luciano, è finito nella macchina allestita dalla Regione Campania e dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno per ‘eradicare’ tubercolosi e brucellosi bufalina. Al centro della contestazione, circostanza che rende particolarmente importante la sentenza del Tar, le analisi effettuate sui capi di bestiame. Otto bufale, infatti, sono risultate positive alla prova del gamma-interferon e messe in isolamento prima dell’inevitabile macellazione. Il ricorso di Gravante contro Asl, Regione e Istituto Zooprofilattico, è arrivato sul tavolo della Quinta Sezione del tribunale Amministrativo di Napoli. La presidente Maria Abbruzzese,e i consiglieri Gianluca Di Vita e Maria Grazia D’Alterio sottolineano il punto nell’ordinanza emessa. “La questione centrale su cui ruota l’intera impostazione ricorsuale riguarda l’attendibilità dei test diagnostici utilizzati per l’accertamento della presenza della zoonosi sui capi presenti in allevamento rispetto all’evoluzione del quadro scientifico e normativo” scrivono i magistrati ricordando che nel maggio scorso, in un caso simile riguardante capi risultati affetti da tubercolosi alle analisi, la Terza Sezione del Consiglio di Stato aveva ordinato la sospensione dell’abbattimento. Così, i giudici hanno scelto di rinviare il ricorso per discutere approfonditamente la questione e prendere una decisione in udienza pubblica. A pesare sulla scelta del rinvio anche la necessità, per i magistrati di ‘assicurare l’uniformità di decisione nell’ambito di un contenzioso di notevole ampiezza e di non trascurabile rilevanza economico/sociale’ alla luce del contenzioso pendente in Appello. L’obiettivo è quello di evitare che la vertenza bufalina si trasformi in una vertenza amministrativa che creerebbe la necessità di affrontare nuovi ricorsi e nuovi giudizi. Il ritorno in aula è stato già fissato dai magistrati per l’udienza pubblica del 24gennaio 2023. Se il Tar riconoscesse l’impossibilità di decretare l’abbattimento dei capi bufalini affetti presuntamente da tubercolosi e brucellosi gli agricoltori avrebbero una conferma della fondatezza dei loro sospetti contro il piano regionale. Un piano di eradicazione che, in dieci anni, contestano gli imprenditori, ha portato la brucellosi dall’1 al 18% di casi mandando in fumo aziende e posti di lavoro.

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