ROMA – Quanto alzerà la voce la Commissione europea? L’unica incertezza rimasta a Bruxelles è sulle modalità dell’intervento. Sulla bocciatura dei conti italiani, invece, non ci sono più dubbi. Del resto già le previsioni economiche di primavera presentate all’inizio di maggio parlavano di un debito pubblico fuori controllo che schizzerà al 135,2% nel 2020. Ma soprattutto la Commissione prenderà atto che il governo non ha rispettato gli impegni presi nel presentare l’analisi dettagliata sul debito pubblico italiano.
La richiesta
A maggio del 2018 Bruxelles aveva chiesto un aggiustamento del saldo strutturale dello 0,3% e invece c’è stato un peggioramento dello 0,1%. Nel 2019 era stato concordato un aggiustamento dello 0,6% e invece c’è stato un peggioramento dello 0,2%. Fonti europee ricordano sul fatto che all’Italia è stata concessa anche un’ulteriore flessibilità per ricostruire il ponte Morandi crollato a Genova. Con un tasso di crescita inesistente e investimenti stagnanti, la fiducia delle istituzioni europee nell’economia italiana è ormai ad un punto di non ritorno.
“Alla luce dei dati notificati nel 2018 si conferma che l’Italia non ha fatto sufficienti i progressi per rispettare i criteri del debito nel 2018″: la lettera inviata da Bruxelles al governo italiano la settimana scorsa lasciava intuire intenzioni ferme. La Commissione quindi domani prenderà atto che ci sono le condizioni per aprire la procedura di infrazione, ma è solo il primo passo. Perché l’analisi dell’esecutivo europeo passerà al vaglio del Comitato economico e finanziario, in cui siedono i direttori generali del Tesoro e delle Banche centrali nazionali.
Il pericolo
A sua volta il Comitato emetterà un’opinione entro quindici giorni di cui la Commissione Ue terrà conto per presentare una proposta di avvio della procedura contro l’Italia sul debito sul tavolo dei ministri delle finanze europei (Ecofin) alla prima riunione utile del 9 luglio. Saranno i ministri a decidere a maggioranza qualificata se far partire o meno la procedura. Lo faranno approvando anche le raccomandazioni che la Commissione Ue presenterà contestualmente sulle correzioni con scadenze precise dei conti pubblici italiani.
Il verdetto sul debito dell’Italia sarà accompagnato da ‘raccomandazioni specifiche per paese’, un esercizio che in realtà riguarda le politiche economiche e le riforme strutturali di tutti gli stati membri. “Se davvero l’intento è collaborativo con l’Europa – ha commentato il deputato Renato Brunetta di Forza Italia – il Governo dovrebbe rispondere subito che farà una manovra correttiva da circa 3-4 miliardi di euro, come pretende la Commissione, per riportare il rapporto deficit/Pil a quel 2,0% concordato lo scorso dicembre e che, per via dell’entrata in recessione dell’economia italiana, non è stato rispettato”.
Per l’economista di Forza Italia “la famosa clausola di salvaguardia ‘salva deficit’ da 2 miliardi di euro di tagli ai servizi e ai trasferimenti pubblici inserita nella scorsa manovra dovrà essere fatta scattare subito”. Per l’ex ministro Padoan, l’Italia non è la Grecia. Ma preoccupa l’andamento dello spread. “E’ un fatto che in questo momento rischiamo di avere uno spread più alto della Grecia sui tassi di interesse. Già è avvenuto giorno sui tassi a cinque anni quindi siamo, purtroppo, sulla buona strada”.
(LaPresse – Margherita Sforza)