NAPOLI (Sergio Olmo) – Due giornate di incontri, Il 24 e 25 settembre prossimi, 6 sessioni di lavoro, 30 relatori, 9 ospiti stranieri provenienti da 5 continenti, 30 progetti di ricerca. Sono i numero della “First International Conference on Buffalo Mozzarella and Milk Products”, la prima conferenza internazionale sulla mozzarella di bufala e i prodotti caseari che renderanno Napoli capitale mondiale della mozzarella di bufala campana.
L’evento porterà nel capoluogo partenopeo i più importanti esponenti del mondo della ricerca, delle istituzioni e delle imprese della filiera in un evento organizzato nell’ambito del programma di celebrazioni per gli 800 anni dell’Università Federico II di Napoli. Un confronto di alto profilo scientifico, organizzato dal Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop, dall’ateneo federiciano con il Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni animali e il Dipartimento di Agraria, dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, che tuttavia non ha mancato di suscitare polemiche. Complice la vertenza bufalina campana, casertana in particolare, complici le denunce sulla mancata tracciabilità del prodotto bufalino dalla stalla alla tavola.
A sollevare la polemica ci ha pensato in prima battuta la consigliera regionale campana indipendente Maria Muscarà, presentatrice di diverse interrogazioni e denunce stampa sulla gestione del settore in Campania, che parla di ”un congresso grottesco, kafkiano, organizzato dai principali responsabili delle politiche degli abbattimenti per sospetta e mai confermata brucellosi o tubercolosi bufalina, con oltre 150 mila capi abbattuti indiscriminatamente, co-protagonisti dell’annientamento di oltre 300 piccole e medie aziende bufaline del Casertano, nonché della mancata attuazione delle leggi sulla tracciabilità del latte alla stalla e alla produzione di mozzarella, che ha lasciato maglie larghissime alle frodi, probabilmente alla camorra, stanate solo e soltanto grazie all’encomiabile impegno dei Carabinieri del Nas”.
“Non oso neppure immaginare, data la complessità organizzativa dell’evento internazionale – aggiunge Muscarà -, quanto sia costato e chi ha pagato questo evento, sul quale produrrò una interrogazione, ma spero diventi soprattutto l’occasione, per i massacrati allevatori , che proprio in questo periodo stanno nuovamente subendo indebite e gravissime pressioni per abbassare il prezzo del latte rischiando la chiusura, per far sentire la propria voce a livello internazionale. Ma soprattutto per accendere un riflettore anche giudiziario sugli affari opachi, politici ed economici, che non pochi soggetti hanno messo in piedi approfittando di una presunta emergenza condotta all’insegna di uno spropositato e imbarazzante principio di precauzione stigmatizzato e bocciato persino dal Consiglio di Stato”. “Su questo mi auguro e auspico, date anche le dettagliate denunce ai più alti livelli giuridico-istituzionale – conclude Muscarà -, l’intervento di quei magistrati che hanno davvero a cuore la Giustizia e le sorti dei territori aggrediti dalla criminalità politica, economica e camorristica”.
E agli allevatori in lotta arriva anche l’appello del Siaab, il sindacato agricoltori allevatori bufali ani, che per voce del suo leader, Gianpiero Martone invita la categoria “trasformare questo evento, che sembra più un mezzo di distrazione di massa, in un’occasione per fare chiarezza sulle mille criticità di sistema sulle quali si sono costruite vere e proprie fortune, politiche e economiche, non pochi speculatori”. “Il rinvio dell’incontro del movimento degli allevatori con il Commissario nazionale alla brucellosi e alla tubercolosi bufalina, un rimando a data da destinarsi che costituisce davvero un brutto segnale per tutto il comparto – avverte Martone -, non lascia ben sperare”. “Più che il momento del dialogo – aggiunge – mi pare sia arrivato il momento del redde rationem, di dover dar conto agli allevatori, al territorio e all’opinione pubblica, di certe scelte politiche che hanno fatto il gioco di tutti fuorché, puntualmente, degli allevatori ed in particolare casertani”. “Continuo ad invocare la magistratura, ma anche una posizione rigorosa e intransigente del movimento che, dopo tanti anni di proteste – conclude – avrebbe dovuto comprendere che nessun dialogo è possibile con chi tutto vuole fuorché confrontarsi ed ascoltare le nostre ragioni. E chissà perché”.
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