CASERTA – Ieri sono tornati in piazza gli allevatori bufalini. Corteo con i trattori da Cancello ed Arnone a Castel Volturno. Contestato il piano di eradicazione della brucellosi varato dalla Regione. Cancello Arnone, Santa Maria La Fossa, Casal di Principe, Villa di Briano, San Cipriano d’Aversa, Villa Literno, Castelvolturno le tappe della protesta degli allevatori di bufale contro le politiche che hanno visto l’abbattimento obbligatorio di centinaia di migliaia di capi di bestiame per sospetta brucellosi. Eppure dagli esami successivi solo l’1% è risultato infetto. E’ stata definita una strage assurda. Nella manifestazione di ieri Altragricoltura ha fornito “i numeri della vergogna” e lanciato la diffida per procurata epidemia nei confronti della Task Force della Regione. Dopo un anno di denunce e proposte, “ormai non è più tollerabile quanto sta accadendo. Chi si è reso e continua a rendersi responsabile del disastro sanitario, economico, sociale ed ambientale adottando e realizzando un piano che sta producendo danni incalcolabili mentre sta espandendo e diffondendo la Brc e la Tbc in provincia di Caserta deve rispondere del proprio operato” affermano. Diverse saranno le occasioni, annunciano, nei prossimi giorni per chiarire in più sedi chi porta la responsabilità di questo fallimento. “Quelle cui siamo più interessati sono le sedi istituzionali in cui la politica deve assumere responsabilità. E’ di venerdì la notizia che la Commissione Agricoltura del Senato ha deciso di istituire la Commissione di Indagine su quello che sta accadendo nel comparto bufalino (non vediamo l’ora di depositare gli atti in nostro possesso), il 23 marzo discuteremo con la Commissione Europea la richiesta che l’Europa usi i suoi poteri (fino alla procedura di infrazione) per ottenere che la Regione Campania la finisca di eludere le direttive comunitarie e si obblighi a rispettare le convenzioni scientifiche internazionali” aggiungono. Annuncia Fabbris a nome del Coordinamento: “Nel mentre aspettiamo che il consiglio Regionale della Campania realizzi quanto si era impegnato a fare ormai 5 mesi fa e di cui si sono perse le tracce (la convocazione delle due commissioni competenti per valutare e proporre le modifiche al Piano) e insistiamo perché il Governo Nazionale garantisca l’apertura di un confronto istituzionale annunciamo che nei prossimi gioni produrremo ulteriori documenti alla Procura della Repubblica ed alla magistratura penale per chiedere che si verifichino le responsabilità per quella che per noi oggi non è più solo l’evidenza del danno agli animali ed alle imprese ma arriva a coinvolgere direttamente i rischi sanitari per i cittadini. Se il Piano di eradicazione della Brc e della Tbc ha fra i suoi obiettivi principali quello di scongiurare gli effetti e i rischi per la salute umana, allora non può più essere rimandata la verifica dei suoi risultati”.
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