MILANO – Nel giorno del 25 aprile non si sono ancora spenti gli echi dei gravissimi episodi di cui sono si sono resi protagonisti alcuni tifosi della Lazio ieri a Milano, prima, durante e dopo la semifinale di ritorno di Coppa Italia contro il Milan a San Siro. Nel primo pomeriggio lo striscione di stampo fascista esposto dagli Irriducibili in Piazzale Loreto, in serata i reiterati cori e ululati provenienti dal settore riservato ai tifosi della squadra ospite indirizzati a Franck Kessie e Tiémoué Bakayoko.
Sul primo episodio indagano le forze dell’ordine, che hanno identificato almeno 29 tifosi
Nove i denunciati, otto laziali e uno interista. Sul secondo caso, invece, per il momento nessuna segnalazione è stata effettuata dagli ispettori della procura federale presenti a San Siro. Unanime la condanna del mondo politico, a partire dal premier Giuseppe Conte che ha parlato di “episodi inqualificabili che vanno contrastati applicando le leggi che già ci sono e rafforzando, quando necessario, i presidi di legalità e l’efficienza dell’apparato sanzionatorio”. “Gli eventi di ieri sono stati deprecabili e nefasti, ma siamo tutti qui insieme. Siamo qui a dire ‘no pasaran'”, ha detto l’ex presidente della Camera e deputata di LeU Laura Boldrini.
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala è tornato a ribadire che bisogna “continuare a fare quello che stiamo facendo e mostrare che non facciamo nessun passo indietro. Mostrare che i valori della resistenza sono quanto mai vivi e contemporanei”. Solo nella serata di ieri, la Lazio si era dissociata da quanto avvenuto nel corso della giornata ribadendo che certi “comportamenti e manifestazioni che non rispondono in alcun modo ai valori dello sport sostenuti e promossi dalla società da 119 anni”. Il club ha anche sottolineato che si è trattato di “atti compiuti da pochi ed isolati elementi per motivazioni estranee ad ogni forma di passione sportiva”.
In mattinata è stata poi la volta della Lega Serie A condannare “con fermezza gli episodi di razzismo accaduti in questi ultimi giorni”. “Non è accettabile dover sentire nei nostri stadi aggressioni verbali di intolleranza e come fatto in passato, ad esempio con le modifiche apportate al codice di Giustizia Sportiva grazie al lavoro di Lega Serie A e Figc, faremo quanto in nostro potere per contrastare simili accadimenti”, ha aggiunto l’organismo presieduto da Gaetano Miccichè che era presente allo stadio ieri.
Nel pomeriggio è stata la volta del Milan far sentire la sua voce
Il club rossonero in una nota “conferma la propria posizione di assoluta condanna per ogni forma di razzismo e di discriminazione”. Nel corso dei suoi 120 anni di storia il Milan “ha sempre onorato i valori dello Sport, del rispetto e dell’inclusione, ponendoli alla base di tutte le proprie attività”. La società “intende ringraziare tutti i giocatori di entrambe le squadre per la professionalità e la correttezza, e la propria tifoseria per l’appassionato sostegno e il comportamento responsabile in un contesto esasperato da episodi inaccettabili”.
Allo stesso tempo, il Milan “sente il dovere di denunciare ai massimi Organi sportivi i gravi episodi di ieri avvenuti sia all’esterno che all’interno dell’impianto sportivo, per i quali la Procura Federale non ha ritenuto opportuno avviare le procedure per porvi fine, con l’auspicio che, con l’impegno di tutti, vengano presi dei provvedimenti affinché il razzismo possa essere debellato da tutti gli stadi italiani”.
Infine il presidente del Milan Paolo Scaroni ha dichiarato: “È stato avvilente seguire un così importante evento sportivo nel nostro stadio mentre da un settore erano percepibili ululati e insulti razzisti. È doveroso non abbassare la guardia: il calcio è rispetto. Il calcio deve unire e non dividere”.
In serata è tornata a farsi sentire la Lazio, attraverso il suo portavoce Arturo Diaconale
“Siamo la parte lesa, il danno fatto da questa minoranza ricade sul club e sui suoi tifosi”, ha detto. “La stragrande maggioranza dei sostenitori della Lazio non accetta questi episodi”, ha aggiunto il dirigente biancoceleste. Sul fatto che non sia stata sospesa la partita, Diaconale ha assicurato che “se c’erano cori razzisti, erano coperti dal resto del pubblico e l’arbitro non ha sentito nulla”.
(LaPresse)