Nairobi (Kenya), 12 mag. (LaPresse/AFP) – Una gang armata ha attaccato un villaggio nel nordovest del Burundi, nella provincia di Cibitoke al confine con Ruanda e Repubblica democratica del Congo, uccidendo almeno 23 persone.
Tra le vittime ci sono uomini, donne e bambini, ha fatto sapere una fonte ufficiale, precisando che il bilancio delle vittime appare destinato ad aumentare man mano che le indagini proseguono.
Testimoni hanno raccontato ore di violenze, in cui gli assalitori sono andati di casa in casa uccidendo gli occupanti con armi da fuoco e da taglio, e dando fuoco agli edifici in cui alcune persone sono bruciate vive. Gli abitanti dell’area ipotizzano che la gang sia poi tornata nella Repubblica democratica del Congo.
La polizia ha sottolineato che le indagini proseguono. La tensione in Burundi è alta in vista del referendum costituzionale del 17 maggio, che potrebbe consentire al presidente Pierre Nkurunziza di restare al potere sino al 2034. Il 54enne è al potere dal 2005 e con il suo tentativo di ottenere un terzo mandato nel 2015 ha innescato una profonda crisi politica.
Nelle violenze collegate ad essa, almeno 1.200 persone sono morte e 400mila sono sfollate.
Lo scorso mese Human Rights Watch ha accusato il governo di uccidere, picchiare e intimidire i presunti oppositori al referendum, nel tentativo di garantire a Nkurunziza la vittoria.
Il governo nelle ultime settimane ha anche schierato soldati nelle zone di confine, dopo aver accusato i gruppi d’opposizione in esilio di tentare di ostacolare il voto. Chi consiglia agli elettori di astenersi dal voto rischia sino a 3 anni di carcere. Questo mese l’ente incaricato dei media ha poi sospeso le emissioni di Bbc e Voice of America, invitando le stazioni radio tra cui Radio France International a non diffondere informazioni “tendenziose e svianti”.