Donna uccisa dalla calca in piazza San Carlo, chiesto il giudizio per il sindaco Appendino

La procura ha chiesto il rinvio a giudizio dei confronti del primo cittadino di Torino Chiara Appendino per disordini in piazza San Carlo durante la proiezione della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid. A causa della calca morì una 38enne di Domodossola

Foto LaPresse - Mauro Ujetto
TORINO – “Rinvio a giudizio per Chiara Appendino”. E’ la sintesi della richiesta che la procura di Torino ha espresso nei confronti del primo cittadino pentastellato di Torino. Le accuse sono di omicidio, lesioni e disastro colposo. Non è sola la Appendino. La stessa richiesta è stata inoltrata anche per altri 14 indagati. Tra questi spiccano i nomi di Paolo Giordana, ex portavoce del primo cittadino di Torino e Angelo Sanna, ex questore. Nel fascicolo di indagine ci sono le vicende di piazza San Carlo, quelle risalenti al 3 giugno 2017. Quella fu la sera in cui un maxischermo fu allestito al centro della città per la finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid.
L’incubo attentati mandò la piazza nel caos. Una calca incredibile
In piazza, all’improvviso, avvenne l’imponderabile. In un momento stoico in cui gli attentati di matrice islamica avevano una cadenza quasi quotidiana, in piazza si scatenò il panico a causa di alcuni disordini. Il risultato fu tragico. Circa 1500 persone rimasero ferite e una donna perse la vita perché rimasta schiacciata dalla folla. Si chiamava Erika Pioletti, aveva 38 anni ed era di Domodossola. Non morì sul colpo, ma dopo giorni di atroci sofferenze causate dalle gravi e irreversibili lesioni causate dallo schiacciamento. L’accusa ha proposto che invece la posizione del prefetto Renato Saccone, di cinque componenti della Commissione provinciale di vigilanza e del comandante vicario pro tempore della polizia locale, vengano archiviate. La richiesta della procura segue l’iter giudiziario della chiusura delle indagini. Il sindaco Appendino si è sempre dichiarata a disposizione della magistratura. Il procuratore capo di Torino Armando Spataro dichiarò apprezzamento per “la volontà di difendersi nel processo e non dal processo”.
Due filoni di inchiesta e le richieste di archiviazione
Due i filoni di inchiesta. Il primo ‘istituzionale’, relativo alla misure di sicurezza predisposte in piazza San Carlo durante la proiezione della partita; il secondo è relativo alle responsabilità circa il momento in cui si è scatenato il panico che ha portato al dramma. In questo secondo filone di indagine sono confluiti i nomi di una decina di giovani. Per l’accusa avrebbero usato uno spray urticante al peperoncino per rapinare il pubblico. Nei confronti di due di essi c’è l’accusa di omicidio preterintenzionale.

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