MILANO – L’Atalanta fa sognare i suoi tifosi all’Old Trafford per 70 minuti, prima di cedere alla furia del Manchester United. Così dopo essere andati in vantaggio e aver concluso il primo tempo 2-0, i bergamaschi si fanno rimontare nella ripresa. La squadra di Gasperini disputa una grande prima frazione limitando al minimo i rischi e affondando il coltello nella statica difesa dei Red Devils al 15′ con Pasalic e al 28′ con Demiral.
Nella ripresa gli inglesi rientrano in campo determinati a riprenderla e vanno a segno già al 52′ con Rashford. Il resto lo fanno il capitano Maguire al 75′ e il solito CR7 all’80’, raddrizzando un match che si era messo male per gli inglesi. Ora il Manchester guida il girone con 6 punti, l’Atalanta segue a 4 come il Villarreal, che ha sconfitto lo Young Boys, fermo a 3.
Dopo i primi minuti di studio, con capovolgimenti di fronte ma senza chiare occasioni né da una parte né dall’altra, il gol atalantino arriva al 15′ su una bella azione sull’asse Muriel-Ilicic, che liberano Zappacosta sul fondo. L’assist del difensore è comodo, a due passi dalla porta Pasalic non deve far altro che buttarla dentro, ammutolendo l’Old Trafford. Dopo un primo momento di smarrimento, i Red Devils provano a premere, affidandosi soprattutto alle giocate di Cristiano Ronaldo e alla sua velocità.
CR7 tenta anche un tiro ravvicinato al 25′, bloccato bene da Musso. Al 28′ è di nuovo l’Atalanta ad andare in gol con Demiral su azione di calcio d’angolo, con un gran colpo di testa complice anche una difesa un po’ ferma, come sul primo gol di Pasalic. Al 43′ sussulto Manchester: dopo un paio di azioni in velocità fermate per fuorigioco, Fred in posizione regolare arriva davanti a Musso e sbaglia un gol quasi fatto, facendo peraltro infuriare Ronaldo poco più in là.
Nel recupero Rashford scheggia la traversa con un gran tiro in corsa, ma il Manchester sta prendendo fiducia quando le due squadre vanno al riposo. Nella ripresa lo United parte forte e al 47′ Ronaldo ha un’occasionissima, ma Musso resta in piedi e si oppone alle grande a un tiro da distanza ravvicinata. Ma i Red Devils sospinti anche dal pubblico di casa si buttano in avanti e un errore in disimpegno di Ilicic causa una ripartenza fatale. Con due tocchi Rashford arriva in area a tu per tu con Musso e questa volta, pur da posizione angolata, non sbaglia e insacca.
È il 52′, è il gol che riaccende le speranze degli inglesi, che nei minuti successivi attaccano a testa bassa. L’Atalanta è in difficoltà e i suoi giocatori collezionano tre cartellini gialli in tre minuti. Al 57′ McTominay colpisce un palo, i nerazzurri sono frastornati. Gasperini decide di giocare la carta Zapata, che entra al posto di Muriel, con l’obiettivo anche di provare a tenere più alta la squadra e non farsi schiacciare dagli inglesi che ora sentono vicina la possibilità del pareggio.
Al 60′ un break dell’Atalanta permette a Maehle di arrivare al tiro dal limite, ma il potente destro si perde sopra la traversa. Al 63′ altra grande risposta di Musso a un sinistro potente da distanza ravvicinata di CR7. Al 69′ un altro disimpegno sbagliato potrebbe costare caro ai bergamaschi, ma l’ultimo tocco per liberare Ronaldo in area è troppo lungo e Musso fa sua la palla.
Al 70′ fiammata Atalanta
De Gea para due tiri consecutivi fortissimi, prima a Zapata e sulla respinta a Malinovskyi. Sul calcio d’angolo altra occasione per l’Atalanta ma il Manchester esce bene. Ma è sempre la squadra di casa a fare la partita cercando il pareggio, ed è molto pericolosa sulle palle inattive, in particolare in un paio di occasioni con Maguire di testa. E al 74′ e proprio il capitano a pareggiare: lasciato completamente libero in area alle spalle dei difensori, raccoglie un velo di Cavani e deposita in rete.
È il preludio alla disfatta atalantina, che porta la firma, immancabile in Champions, di Cristiano Ronaldo: all’80’ salta più alto di tutti in piena area e la mette alle spalle di un ottimo Musso, che ha difeso alla grande la porta atalantina per tutti i 90 minuti. Ma quando in Europa incontri CR7, molto spesso alla fine è lui ad avere la meglio.(LaPresse)