Calcio: da Figc ok a nuove licenze, Gravina ora aspetta le Leghe sulla riforma dei campionati

 Stretta sulla sostenibilità. In attesa della riforma dei campionati, il calcio intanto si riforma dall’interno sul fronte delle iscrizioni. Che saranno più restrittive e severe per razionalizzare e armonizzare la normativa federale in materia di controlli sulle società di calcio professionistiche. Lo ha annunciato stamane il presidente della Figc Gabriele Gravina, orgoglioso di un ok arrivato all’unanimità ai nuovi criteri di rilascio delle licenze nazionali: “Sono licenze innovative che puntano a dare sicurezza al sistema per tre principi”, ha quindi anticipato Gravina prima di elencare punto su punto le nuove norme per l’ammissione ai campionati professionistici 23/24.

Tra i punti inseriti nelle nuove norme, prevista anche una maggiore selettività del sistema degli indicatori di controllo per le campagne trasferimenti, prevedendo sia un graduale innalzamento dell’indicatore di liquidità, sia l’attribuzione di una ‘funzione peggiorativa’ agli indicatori correttivi di indebitamento e di costo del lavoro allargato. Nello specifico, per la prossima stagione sportiva il valore dell’indice di liquidità per il mercato è fissato a 0,6 per la Serie A e 0,7 per la B e la C, mentre per le sessioni delle campagne trasferimenti del 24/25 la misura minima dell’indicatore di liquidità a 0,7 per tutte le Leghe e l’anno dopo a 0,8. Per quanto riguarda invece gli indicatori correttivi (che hanno una percentuale peggiorativa del 15% il primo anno, del 20% il secondo e del 25% il terzo anno), il livello soglia di quello dell’Indebitamento è fissato a 1,2, mentre è stabilito a 0,8 per quello del Costo del Lavoro Allargato, che si abbasserà a 0,7, in linea con la disposizione Uefa, dalla stagione 2025/26.

Se sul fronte delle licenze, Gravina può dirsi soddisfatto per la velocità e il netto anticipo (“da record personale…”, rimarca) con cui la Figc ha messo i puntini sulle i già da ottobre, meno sereno appare il cielo sul fronte dell’annosa questione della riforma dei campionati. Archiviato al momento il sogno di una riduzione delle squadre in A e B (mentre resta sempre vivo quello sui playoff e playout), Gravina continua a chiedere alle leghe di accelerare su un progetto convidiso per evitare di dover arrivare all’estrema ratio dell’assemblea statutaria. L’ultimo guizzo era stato della Lega Pro con la proposta di un nuovo format del campionato di Serie C, con sei gironi da dieci squadre ciascuno, senza alcuna promozione dalla stagione regolare ma una divisione in ‘poule promozione’ e ‘poule retrocessione’. “Ho detto al presidente Ghirelli – le parole di Gravina – che non parlerei di format, ma di rielaborazione. Dare per scontato che venga approvato? Non lo so, ha delle criticità. Se questo serve per una fuga in avanti dico già che non va bene”. Il numero uno federale parla di “riforma culturale”, anche se in mezzo a Lega di A e Lega Pro c’è una Lega di B che resta in affanno: “La Serie B – ha avvertito il presidente della Lega cadetta Mauro Balata – aveva già approvato la proposta del presidente Gravina, dopodiché non ci è stato restituito un proposito, una controproposta o qualcosa di simile. Bisogna fare la riforma e trovare una sintesi perché oggi siamo indietro rispetto ad altri sistemi calcistici. Farla entro l’anno? No, va fatta subito”. In apertura di Consiglio, Gravina ha rivolto i più sentiti auguri di buon lavoro a nome di tutta la Figc al neo Ministro per i Giovani e lo Sport Andrea Abodi, che ha già visto lunedì scorso: “Credo sia stato un incontro propositivo con al centro il tema a cui teniamo in modo particolare, che è la candidatura a ospitare gli Europei del 2032. Tra dieci giorni circa, quando andremo a Nyon per presentare il nostro dossier, spero ci sia anche la lettera di impegno da parte del governo”, ha detto il presidente della Figc.

Che sulla possibilità che il caso Juve su plusvalenze e bilanci possa riaprirsi sul fronte sportivo, ha precisato: “Abbiamo tempi tecnici nel codice di giustizia sportiva perché in passato abbiamo fatto di tutto per mettere dei paletti. Non so se dall’inchiesta di Torino sono emersi fatti nuovi rispetto all’ultimo processo sportivo e questo non mi deve neanche essere comunicato. Restiamo in attesa di quelle che saranno le decisioni della procura federale visto che gode della massima fiducia e nel massimo rispetto dell’autonomia”.

Di Simone Di Stefano

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