ROMA – Proroga sulle multiproprietà fino al 2028/29, con la garanzia di disinnescare così contenziosi legali, e primi tasselli temporali per avviare la riforma dei campionati entro la fine del 2022. Dal Consiglio della Figc emergono due punti centrali da cui il presidente federale Gabriele Gravina intende partire per dare ulteriore slancio al sistema calcio. E’ stata approvata all’unanimità la modifica per la scadenza del divieto di multiproprietà (anche in due campionati diversi), fino ad oggi prevista per giugno del prossimo anno. Resta comunque immutato l’impianto normativo dell’articolo 16 delle Noif per i club partecipanti allo stesso campionato, con l’obbligo di immediata dismissione di una delle due società, come accaduto la scorsa stagione per Lazio e Salernitana. “In questo modo abbiamo raggiunto due obiettivi, non ci saranno più multiproprietà nel calcio italiano e non ci saranno contenziosi”, ha spiegato il presidente federale Gabriele Gravina. Sorride dunque Aurelio de Laurentiis che in pratica potrà continuare a possedere Napoli e Bari per altre sei stagioni avendo così tutto il tempo di poter cedere uno dei due club. Sulla situazione del Bari che ‘rischia’ di restare per almeno un lustro ‘ancorato’ alla serie cadetta qualora non si cambiasse proprietà, Gravina ha aggiunto: “Vedo complicati dei campionati di attesa, anche perché la promozione genera un valore di mercato importantissimo. Ora abbiamo dato il tempo necessario per non strozzare gli imprenditori che hanno fatto grandi sacrifici”. La decisione sulla proroga da parte del Consiglio federale è stata accolta con soddisfazione dal patron del Napoli: “È un atto di buon senso e una scelta che dà respiro a chi in questi anni ha creduto nel rilancio del calcio investendo ingenti risorse economiche. Desideriamo ringraziare tutto il Consiglio federale e in particolare il presidente Gravina per l’impegno e la volontà dimostrata”.
Ma lo slittamento sullo stop alle multiproprietà si intreccia a doppio filo con un altro punto cardine della gestione Gravina, quello riguardante la riforma dei campionati. L’intenzione della Figc è quella di presentare un ‘piano industriale’ che si basa su tre principi, solvibilità, stabilità e contenimento dei costi. Inizierà a prendere forma l’11 ottobre, quando in Consiglio verrà convocata per il 12 dicembre un’assemblea straordinaria per l’eliminazione del diritto di veto delle singole componenti e per arrivare alla riforma dei campionati. “È il momento che il mondo del calcio esca da questo arroccamento. Se noi pensiamo che singole licenze possono essere un abito su misura sulle singole realtà mi sembra fuori luogo, dobbiamo lavorare in una logica di sistema per mettere in sicurezza il calcio italiano”, ha spiegato Gravina sottolineando che è necessario “rientrare nei ranghi, prendere coscienza di poter spendere quello che si ha, altrimenti corriamo il rischio default in tempi molto rapidi. Noi vogliamo accompagnare le società in questo percorso, non essere dei castigamatti o dividere in buoni e cattivi. Il nostro obiettivo è di mettere in sicurezza il calcio italiano”.
Dallo stop alla multiproprietà alla riforma dei campionati, Gravina intende fa cambiare passo al calcio italiano non tralasciando l’opportunità di rilancio attraverso i grandi eventi. Il 26 luglio il presidente federale ha spedito al premier Draghi una mail per chiedere un intervento, come richiesto dalla Uefa, per presentare un dossier in vista della scadenza del 16 novembre. “Serve una garanzia da parte del governo, un provvedimento legislativo che dichiari l’esistenza di un interesse pubblico per l’evento”, ha spiegato Gravina. A quel punto ci si concentrerà sul dossier, a partire dagli impianti. Nella candidatura per l’Europeo sarà presente una lista di 8 città più due di riserva.
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