Calcio Fiorentina, Chiesa: essere giovani non è alibi, Astori un esempio

 "Essere la squadra più giovane del campionato non è assolutamente un alibi. Quando non giochiamo bene, non è perché siamo giovani, ma perché non abbiamo dato abbastanza. Siamo giovani, forti, dinamici, abbiamo un gioco intenso e non dobbiamo far diventare l’età un alibi".

Foto LaPresse - Spada
Firenze, 26 ott. (LaPresse) – “Essere la squadra più giovane del campionato non è assolutamente un alibi. Quando non giochiamo bene, non è perché siamo giovani, ma perché non abbiamo dato abbastanza. Siamo giovani, forti, dinamici, abbiamo un gioco intenso e non dobbiamo far diventare l’età un alibi. E poi è bello essere in uno spogliatoio giovane perché ci capiamo subito, abbiamo gli stessi hobby, condividiamo le stesse cose, la pensiamo allo stesso modo”. Così il talento della Fiorentina Federico Chiesa nel corso di una intervista esclusiva ai microfoni di Sky Sport, in cui ha ripercorso le tappe della sua giovane carriera. Su Astori, il giovane Chiesa ha detto: “Ricordo Davide in ogni momento della mia vita. C’è qualche minuto della giornata in cui penso a lui, penso a quello che mi ha detto. Penso soprattutto a quello che mi ha trasmesso, perché quando sono venuto con la prima squadra a Moena, lui fu il primo a parlarmi, insieme a Berna. Quindi anche lui è stata una figura importantissima per me e quello che è accaduto è stato qualcosa di assurdo. Stona da tutto l’entusiasmo che ho avuto e la positività che mi son portato dentro in questi primi due anni di carriera e della bellezza del calcio”.

dunque

Sul rapporto con il padre Enrico. “Sono legatissimo a mio padre perché ci tiene tanto. Tiene soprattutto al mio comportamento in campo, la parte tecnica la lascia all’allenatore e anche a me, perché io devo imparare dai miei errori. Però sul comportamento quante volte mi ha ripreso”, ha rivelato. Sulle somiglianze in campo, Chiesa ha detto: “È pura genetica penso. È proprio una caratteristica di mio padre quella di buttarsi giù, di ingobbirsi un po’, l’ho presa da lui. Come giocatori, siamo completamente diversi. Io sono un giocatore di fascia, un esterno. Lui era una seconda punta. Tecnica, velocità, tiro in porta. Ho guardato i suoi video e sono rimasto a bocca aperta perché era un campione assoluto”.

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