NAPOLI – La foto che lo ritrae, i pugni serrati, mentre esulta beffardo in direzione di Josè Mourinho, ha fatto il giro del mondo. E lo stesso vale per le immagini del parpapiglia seguito a quel gesto, con la reazione rabbiosa dello Special One e le scuse di Maurizio Sarri. Pochi, però, sanno che Marco Ianni, second assistant coach, cioè vice del tecnico del Chelsea, ha Napoli nel cuore. E in fondo in quell’esplosione di gioia, smodata e poco politically correct, c’è anche la vena verace coltivata negli anni passati nella nostra città.
Bello di papà
Quando, nell’estate del 2016, Marco Ianni entrò nello staff di Maurizio Sarri, a L’Aquila, la sua città, qualcuno si sfregò gli occhi. Papà Paolo, ex calciatore della squadra locale, era ed è uno juventino doc, mentre il figlio, che ha scelto di smettere col calcio giocato, da centrocampista centrale, a 32 anni, era ed è tifoso del Napoli. Un affare di famiglia brillantemente risolto con l’affetto paterno. “Sono orgoglioso di mio figlio al Napoli, spero sia l’inizio di un lungo percorso ad alti livelli – aveva detto due anni fa papà Paolo – Certo, lui tifa per gli azzurri da anni ed io sono juventino, quindi la rivalità padre-figlio rimane, però se dovesse arrivare lo scudetto all’ombra del Vesuvio, diciamo che avrei anch’io qualcosa, anzi, qualcuno da festeggiare”.
London calling
Il sogno, purtroppo per Ianni e per il Napoli, non si è mai realizzato, ma a Napoli e con Sarri, per il giovane tecnico abruzzese è iniziato un percorso importante. Così, dopo due anni insieme in azzurro, il Comandante non ha avuto esitazioni nel portarlo con lui anche a Londra. Nello staff del Chelsea, Ianni ha iniziato una nuova importante tappa professionale, ma senza mai dimenticare Napoli e i napoletani. Basta dare un’occhiata al suo profilo Facebook: tantissime le foto che lo ritraggono in posa vicino agli scorci più suggestivi della nostra città o in posa insieme agli amici partenopei. In fondo, Marco l’abruzzese è rimasto un po’ napoletano anche nella piovosa Inghilterra.
Nella mischia
Racconta papà Paolo che, da giocatore, a Marco “piaceva poco il sacrificio, forse perchè a differenza mia ha i piedi ‘dolci’. Io in campo ero un tipo irruento, puntavo tutto sull’agonismo perché non avevo una buona tecnica, mentre lui poteva ‘riposarsi’ per l’esatto contrario”. Eppure, a vedere le immagini del finale di Chelsea-Manchester United, sembrerebbe il contrario. Sentendosi dileggiato dall’esultanza di Ianni, il portoghese non ci ha visto più e ha provato ad inseguire fino all’ingresso del tunnel che conduce agli spogliatoi l’assistente del tecnico italiano, frenato a stento dagli steward e dai componenti della sua panchina. La situazione, fortunatamente, non è degenerata, anche se c’è chi ha chiesto a Sarri di licenziare il suo assistente.
“Non ho visto cosa abbia fatto Ianni, stavo guardando il campo – ha frenato l’ex tecnico del Napoli – Alla fine della partita ci siamo chiariti con José e ho capito che eravamo noi a essere in torto. Per questo sono andato da Marco e l’ho portato da Mourinho. È stato tutto un equivoco su un gesto precedente e ci siamo scusati”. E lo stesso Mourinho, uscito da Stamford Bridge facendo il segno del “3” con le dita e ricordando ai suoi ex tifosi il numero di titoli inglesi conquistati dal Chelsea sotto la sua gestione, ha poi gettato acqua sul fuoco: “Una persona mi ha mancato di rispetto, ma si è già scusata. Sarri e il suo staff si sono scusati. Scuse accettate. Anche io ho commesso errori in passato”.