Calcio: Ianni, il vice di Sarri che fa infuriare Mou ha Napoli nel cuore

Manchester United's Portuguese manager Jose Mourinho gestures on the touchline during the English Premier League football match between Chelsea and Manchester United at Stamford Bridge in London on October 20, 2018. (Photo by Glyn KIRK / AFP) / RESTRICTED TO EDITORIAL USE. No use with unauthorized audio, video, data, fixture lists, club/league logos or 'live' services. Online in-match use limited to 120 images. An additional 40 images may be used in extra time. No video emulation. Social media in-match use limited to 120 images. An additional 40 images may be used in extra time. No use in betting publications, games or single club/league/player publications. /

NAPOLI – La foto che lo ritrae, i pugni serrati, mentre esulta beffardo in direzione di Josè Mourinho, ha fatto il giro del mondo. E lo stesso vale per le immagini del parpapiglia seguito a quel gesto, con la reazione rabbiosa dello Special One e le scuse di Maurizio Sarri. Pochi, però, sanno che Marco Ianni, second assistant coach, cioè vice del tecnico del Chelsea, ha Napoli nel cuore. E in fondo in quell’esplosione di gioia, smodata e poco politically correct, c’è anche la vena verace coltivata negli anni passati nella nostra città.

Bello di papà

Quando, nell’estate del 2016, Marco Ianni entrò nello staff di Maurizio Sarri, a L’Aquila, la sua città, qualcuno si sfregò gli occhi. Papà Paolo, ex calciatore della squadra locale, era ed è uno juventino doc, mentre il figlio, che ha scelto di smettere col calcio giocato, da centrocampista centrale, a 32 anni, era ed è tifoso del Napoli. Un affare di famiglia brillantemente risolto con l’affetto paterno. “Sono orgoglioso di mio figlio al Napoli, spero sia l’inizio di un lungo percorso ad alti livelli – aveva detto due anni fa papà Paolo – Certo, lui tifa per gli azzurri da anni ed io sono juventino, quindi la rivalità padre-figlio rimane, però se dovesse arrivare lo scudetto all’ombra del Vesuvio, diciamo che avrei anch’io qualcosa, anzi, qualcuno da festeggiare”.

London calling

Il sogno, purtroppo per Ianni e per il Napoli, non si è mai realizzato, ma a Napoli e con Sarri, per il giovane tecnico abruzzese è iniziato un percorso importante. Così, dopo due anni insieme in azzurro, il Comandante non ha avuto esitazioni nel portarlo con lui anche a Londra. Nello staff del Chelsea, Ianni ha iniziato una nuova importante tappa professionale, ma senza mai dimenticare Napoli e i napoletani. Basta dare un’occhiata al suo profilo Facebook: tantissime le foto che lo ritraggono in posa vicino agli scorci più suggestivi della nostra città o in posa insieme agli amici partenopei. In fondo, Marco l’abruzzese è rimasto un po’ napoletano anche nella piovosa Inghilterra.

Nella mischia

Racconta papà Paolo che, da giocatore, a Marco “piaceva poco il sacrificio, forse perchè a differenza mia ha i piedi ‘dolci’. Io in campo ero un tipo irruento, puntavo tutto sull’agonismo perché non avevo una buona tecnica, mentre lui poteva ‘riposarsi’ per l’esatto contrario”. Eppure, a vedere le immagini del finale di Chelsea-Manchester United, sembrerebbe il contrario. Sentendosi dileggiato dall’esultanza di Ianni, il portoghese non ci ha visto più e ha provato ad inseguire fino all’ingresso del tunnel che conduce agli spogliatoi l’assistente del tecnico italiano, frenato a stento dagli steward e dai componenti della sua panchina. La situazione, fortunatamente, non è degenerata, anche se c’è chi ha chiesto a Sarri di licenziare il suo assistente.

“Non ho visto cosa abbia fatto Ianni, stavo guardando il campo – ha frenato l’ex tecnico del Napoli – Alla fine della partita ci siamo chiariti con José e ho capito che eravamo noi a essere in torto. Per questo sono andato da Marco e l’ho portato da Mourinho. È stato tutto un equivoco su un gesto precedente e ci siamo scusati”. E lo stesso Mourinho, uscito da Stamford Bridge facendo il segno del “3” con le dita e ricordando ai suoi ex tifosi il numero di titoli inglesi conquistati dal Chelsea sotto la sua gestione, ha poi gettato acqua sul fuoco: “Una persona mi ha mancato di rispetto, ma si è già scusata. Sarri e il suo staff si sono scusati. Scuse accettate. Anche io ho commesso errori in passato”.

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