Calcio, Inglese: “Via da Napoli di comune accordo, Nazionale è obiettivo”

"Ho voglia di giocare e di dimostrare. Poi se sono rose fioriranno, aspetterò la mia occasione e magari tornerò lì". Roberto Inglese in un'intervista rilasciata a Dazn"

Foto LaPresse/Andrea Bressanutti

MILANO – “Mi sono confrontato con dei campioni che mi facevano girare la testa. Ritmi diversi e velocità diversa. Poi col passare del tempo mi hanno fatto sentire uno di loro e mi sentivo uno di loro. La scelta di andare via è stata presa in comune, perché non sono un ragazzino, ho voglia di giocare e di dimostrare. Poi se sono rose fioriranno, aspetterò la mia occasione e magari tornerò lì”. Roberto Inglese in un’intervista rilasciata a Dazn ricorda così la sua breve esperienza al Napoli, prima di trasferirsi al Parma. “Ho portato qualcosa alla squadra non per qualità, ma perché conosco la categoria avendo fatto già tre campionati di Serie A e so come si affrontano alcune partite salvezza. Io prima dei gol metto sempre la prestazione, che poi alla fine è quella che ti porta a fare i maggiori risultati. I gol che ho segnato li ho fatti in tutte le maniere, destro, sinistro, di testa. Penso che sia un’arma in più”.

I modelli

Sulla sua crescita, Inglese ha evidenziato che “ho guardato soprattutto come ci si muove in area di rigore. Sono un giocatore che fuori area mi sentivo già pronto, perché so proteggere la palla, faccio salire la squadra. Quello che mi mancavano erano i gol, è stato un percorso di crescita, non ancora finito perché ci si può sempre migliorare, ma credo di aver lavorato tanto e imparato tanto. Nazionale? Quando il cittì viene a vederti deve essere uno stimolo in più e non motivo di ansia o tensione. Ci tengo tanto perché indossare quella maglia è uno degli ultimi obiettivi che mi voglio porre”. Inglese ha parlato poi dei propri modelli in attacco. “Io guardo tutti gli attaccanti della nostra serie A. Mi piace molto immobile perché attacca la profondità, ma se guardiamo l’area di rigore un modello di riferimento da prendere è Icardi. Io Milik l’avevo sempre visto giocare solo in televisione, allenandomici insieme ho capito quanto era forte”.

LaPresse

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