Calcio Juve, De Ligt: “Se non avessi fatto il calciatore avrei fatto il manager”

"Se non fossi diventato un calciatore sarei diventato un agente per cercare di battere Mino Raiola . O avrei cercato di reclutarlo".

(Photo by FRANCK FIFE / AFP)

TORINO – “Se non fossi diventato un calciatore sarei diventato un agente per cercare di battere Mino Raiola (ride, ndr). O avrei cercato di reclutarlo”. Così Matthijs de Ligt, fresco vincitore del Premio Kopa come miglior Under 21 del 2019, si racconta nel corso di una intervista al magazine francese France Football, fra passato, presente e ambizioni future. “Scherzi a parte non ho mai pensato a cosa avrei potuto fare. Ero ossessionato dall’idea di diventare un calciatore. I miei genitori erano d’accordo – racconta il giovane bianconero – ma prima dovevo finire gli studi. Cosa che ho fatto. Dicono che sarei diventato sicuramente un uomo d’affari”.

Una stagione fenomenale

Parlando dell’ultima stagione con l’Ajax, che lo ha consacrato nel grande calcio, De Ligt dichiara: “Il mio miglior ricordo tra i professionisti è la scorsa stagione nella sua interezza. Abbiamo vinto il campionato e la Coppa d’Olanda, siamo andati molto vicini alla finale di Champions League. È stato favoloso”. Sull’esordio in Nazionale, il neo bianconero ricorda: “Stavo facendo colazione al centro di formazione all’Ajax. L’allenatore mi si era avvicinato per parlarmi, mi chiedevo cosa volesse dirmi e ha annunciato che ero stato selezionato nella squadra nazionale. Ho immediatamente chiamato mio padre per dirglielo. È un tale onore giocare per la Nazionale e riuscire a farlo a 17 anni: è qualcosa di incredibile”.

LaPresse

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