TORINO – La zuccata di Kean e il diagonale di Bernardeschi. Lungo la complicata rincorsa per il quarto posto la Juventus trova nuovi protagonisti a cui affidarsi: i bianconeri battono il Cagliari con un gol per tempo e chiudono con il sorriso l’anno, anche perché a Marassi il Genoa stoppa l’Atalanta, ora distante solamente quattro punti dai bianconeri. Qualcosa difficile da immaginare soltanto tre settimane fa, quando la Dea espugnava lo Stadium. Invece da allora, pur non senza difficoltà, la squadra di Allegri si è ricompattata e, con quattro vittorie e un pareggio, è tornata in scia alla zona Champions.
Nuovamente un obiettivo alla portata, soprattutto con questo spirito e con questa determinazione. L’energia dell’ex centravanti del Psg (uscito per infortunio) e dell’esterno toscano, i migliori in campo insieme al solito inesauribile Cuadrado, hanno permesso ai padroni di casa di superare l’ostacolo Cagliari, organizzato ma troppo rinunciatario nel primo tempo e incapace di sfruttare le due occasioni avute nella ripresa, sul punteggio di 1-0, che avrebbero potuto cambiare la storia del match.
Segno che la Juve ha ancora parecchio cammino da percorrere per tornare sui suoi livelli. Intanto, però, Allegri può sorridere. Perché le vittorie portano serenità e autostima e rendono il lavoro – che pure non manca – più semplice. Soprattutto in vista di due mesi chiave come gennaio e febbraio, dove i bianconeri tra campionato e coppe si giocano tanto, se non tutto. Nonostante la diffida Allegri non rinuncia a Cuadrado, dall’altra parte si rivede Alex Sandro, preferito a Pellegrini.
Le sorprese però non finiscono qui: fuori Locatelli e Mckennie, conferma per Arthur in cabina di regia con Bentancur al suo fianco e Rabiot sulla corsia mancina. In attacco fiducia a Kean e Morata. Il piano di Mazzarri è chiaro fin dalla lettura delle formazioni, con Joao Pedro unica punta e Pereiro, di tanto in tanto, a supporto. I sardi si difendono con due linee basse, compatte, per togliere spazi all’avversario e garantire maggiore protezione a Cragno.
L’intento riesce, perché i padroni di casa faticano a creare vere e proprie palle gol – a parte il colpo di testa di Kean su cross di Cuadrado che bacia il palo e salva gli ospiti – ma lo scotto da pagare è la totale assenza di pericolosità in proiezione offensiva, dove Joao Pedro vaga nel deserto. Così, quando al 40′ il tiro cross di Bernardeschi trova lungo la strada la testa di Kean, che spiazza l’incolpevole Cragno, il più per i bianconeri sembra fatto.
Anche perché nella ripresa il Cagliari non cambia atteggiamento,ma nel frattempo Bonucci e compagni sono cresciuti rispetto ai primi 45 minuti in cui, eccezion fatta per il frizzante Cuadrado, la Vecchia Signora ha faticato a dare ritmo e fantasia alla propria manovra. Il cambio Rabiot-McKennie all’intervalllo porta maggiore intensità alla linea mediana, la Juve trae beneficio dalla mossa di Allegri ma – pur schiacciando l’avversario – non riesce come spesso le accade a chiudere la partita.
Il Cagliari resta così dentro la contesa e al 16′ crea la miglior palla gol della sua gara. Bellanova sfugge alla guardia di un distratto Alex Sandro, il suo invito puntuale a centro area viene raccolto da Dalbert che da due passi manda incredibilmente sul fondo. Mazzarri si dispera ma inizia a crederci, e rinforza l’attacco con i centimetri di Pavoletti, inserito per Pereiro.
I sardi prendono coraggio, la Vecchia Signora perde invece qualche certezza e tocca così a Szczesny sporcarsi i guantoni dopo un’ora e passa di freddo andando a deviare il colpo di testa di Joao Pedro, sugli sviluppi di una azione nata nuovamente dalla destra, con Alex Sandro ancora spaesato. La fiammata rossoblù però si affievolisce troppo presto, per poi spegnersi definitivamente a meno di dieci minuti dalla fine, sulla potente conclusione a incrociare di Bernardeschi, imbeccato da un’ottima giocata di Kulusevski. Sotto l’albero, per la Vecchia Signora, c’è un quarto posto più vicino.(LaPresse)