MILANO – Dalla terrazza Caffarelli, nel cuore della città, in Campidoglio, dove la Roma ha presentato Josè Mourinho, alla sala stampa del centro sportivo di Formello: il ritorno del ‘comandante’ Maurizio Sarri è stato all’insegna della concretezza e senza fronzoli. Anche se in giacca e cravatta, invece della proverbiale tuta, il neo tecnico della Lazio è apparso già concentrato sul lavoro da fare in campo per mantenere la squadra ai livelli degli ultimi anni e se possibile farle fare un ulteriore salto di qualità. “Mourinho l’ho conosciuto, mi è simpatico. E’ un bel personaggio e non sento questo dualismo. Poi lui ha vinto molto più di me, ha un pedigree più elevato del mio anche se non vuol dire nulla: nel derby faremo non di tutto, di più per venire a capo della partita”, ha esordito Sarri nella conferenza stampa con al fianco il ds Igli Tare.
Archiviata con una battuta la ‘pratica’ Mourinho, della loro rivalità sicuramente ci sarà tempo per parlarne, il tecnico toscano ha subito voluto mettere in chiaro alcuni punti fondamentali del suo piano di lavoro. “Citerò più me stesso che altri personaggi, vorrei vedere una squadra che ha grande spirito di sacrificio in settimana per divertirsi la domenica. Che abbia una grande fame in allenamento per giocare un calcio di predominio della partita”, ha dichiarato. “Credo ci siano i presupposti per fare bene, per questo sono qui. Ho intravisto in questa società la possibilità di tirare fuori le mie caratteristiche migliori, in allenamento, poi dal punto di vista sportivo vedo i presupposti per giocare il calcio che piace a me”, ha aggiunto.
Per quanto riguarda gli obiettivi, il ‘comandante’ non si è tirato certo indietro. “Sarà un primo anno più difficile, ma questo non ci deve precludere niente. Sarà un anno di costruzione, ma non ci diamo per vinti. L’obiettivo principale lo sappiamo tutti, perchè dal punto di vista economico determina la differenza”, ha detto Sarri con chiaro riferimento alla qualificazione in Champions League. “Vogliamo essere fortemente competitivi e cercare di migliorare. La società mi voleva fare 4 anni di contratto, sono stato io a chiederne uno più corto per avere sempre l’energia per andare avanti”, ha aggiunto. Per quanto riguarda il modulo da adottare, il tecnico toscano ha detto: “L’obiettivo è partire con il 4-3-3 e poi c’è una possibile evoluzione, vediamo che esterni ci sono. Spesso ho cambiato modulo rispetto al lavoro fatto all’inizio”.
Una cosa è certa, Sarri non ha dubbi sul fatto che il punto di riferimento della squadra sarà ancora Ciro Immobile. “Se Mancini lo mette dentro tutte le partite, vuol dire che è contento. Era partito bene a livello realizzativo, poi è mancato nelle partite successive ma la fase difensiva e la partecipazione al gioco è di buon livello. Il gol spero gli venga quello più importante, ma quello che ho visto mi lascia estremamente tranquillo”, ha dichiarato. Inoltre Sarri ha ricordato che “ho sempre avuto attaccanti che segnano tanti gol, come Higuain e Ronaldo che con me ha fatto la stagione più prolifica in Serie A. Anche Hazard al Chelsea con me ha fatto 20 gol”. “E’ importante avere soluzioni alternative, poi un po’ starà al gioco da impostare e un po’ ai giocatori”, ha aggiunto.
Se Immobile è il punto fermo, non altrettanto si può dire di Luis Alberto e Correa. Entrambi hanno chiesto alla società di andare via. “Luis Alberto non ha risposto alla convocazione, dal punto di vista gestionale è un problema della società. Io sto aspettando che arrivi e mi convinca di quello che ha fatto: se ci convince il problema svanisce, se no ci dovrà chiedere scusa”, ha detto Sarri a proposito dello spagnolo. “Correa ha fatto capire di volere fare nuove esperienze, se deciderà di restare gli chiederò di giocare attaccante di sinistra”, ha spiegato Sarri che invece è pronto ad accogliere Felipe Anderson. “Alla Lazio ha fatto sette mesi da giocatore stratosferico. Nel primo anno in Inghilterra fece bene, il suo problema è la continuità. Vogliamo creargli intorno le condizioni per mantenere la potenzialità enorme, è compito suo e nostro per renderlo più continuo. Spero di riuscire a capirlo ed a farlo diventare più continuo”, ha concluso Sarri.
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