Calcio, si infiamma duello Inter-Milan: per Marotta la guerra non è ancora persa

Per qualcuno è il nuovo '5 maggio'. La sconfitta di Bologna datata 27 aprile 2022 potrebbe costare all'Inter la vittoria dello scudetto. L'errore di Radu che ha condannato la squadra di Simone Inzaghi al Dall'Ara rischia di restare impresso a lungo nella memoria dei tifosi nerazzurri, così come in quella dei sostenitori del Milan.

Foto Claudio Furlan / Lapresse in foto Beppe Marotta

MILANO – Per qualcuno è il nuovo ‘5 maggio’. La sconfitta di Bologna datata 27 aprile 2022 potrebbe costare all’Inter la vittoria dello scudetto. L’errore di Radu che ha condannato la squadra di Simone Inzaghi al Dall’Ara rischia di restare impresso a lungo nella memoria dei tifosi nerazzurri, così come in quella dei sostenitori del Milan. La squadra di Stefano Pioli, infatti, ringrazia e a quattro giornate dalla fine del campionato resta da sola al comando della classifica con due punti di vantaggio sui cugini. Tutto può ancora succedere, però, e già nel prossimo weekend ci sono due partite tutt’altro che scontate. Il Milan riceve a San Siro una Fiorentina ferita dopo il pesante ko interno contro l’Udinese, che ospiterà proprio l’Inter alla Dacia Arena. I bianconeri friulani sono la squadra più in forma del momento e pur non avendo più nulla da chiedere al campionato sono un avversario da non snobbare assolutamente. Del clamoroso ribaltone in vetta al campionato si è parlato questa mattina allo stadio di San Siro, in occasione dell’evento ‘Il Foglio a San Siro’, organizzato dal quotidiano.

“Fa parte del gioco, abbiamo perso una battaglia ma non la guerra. Siamo incazzati ma non depressi. Dobbiamo vedere cosa succede, mancano quattro partite e il calcio non è scontato come negli anni ’70 quando c’erano squadre che non avevano niente da dire. Oggi invece vediamo un Crotone che vince contro la Cremonese nonostante fosse già retrocessa”, ha detto Beppe Marotta, ad dell’Inter, nel corso del suo intervento. Il dirigente nerazzurro si è quindi affrettato a ribadire la fiducia nell’allenatore Inzaghi, in questo momento oggetto di critiche feroci da parte della tifoseria. “Inzaghi può continuare con l’Inter? Assolutamente sì. Siamo molto contenti e ha forti margini di crescita, credo che possa essere tra i migliori in circolazione”, ha detto Marotta. “Abbiamo scelto un tecnico emergente che ha risposto alle nostre esigenze. Noi siamo qui adesso a dire che abbiamo vinto una Supercoppa, ci aspetta una finale di Coppa Italia. Speriamo ci siano le ciliegine alla fine ma siamo molto contenti. E questo lo dobbiamo alla cultura del lavoro e alla solidità delle nostre strutture”, ha aggiunto.

Sul fronte opposto, in casa Milan il presidente Paolo Scaroni ha mantenuto un profilo basso consapevole che la strada che porta allo scudetto è ancora lunga e che quattro partite sono tante. “Io non festeggio mai le sconfitte degli altri, ma solo le nostre vittorie”, ha dichiarato Scaroni interrogato sulla sconfitta dei nerazzurri a Bologna. Il presidente del Milan non si è sbilanciato neanche sulle voci di una imminente cessione del club al fondo arabo Investcorp. “Questione di ore o giorni? Non lo so. Non parlo volentieri di temi di cui non sono soggetto, in questa vicenda io sono oggetto, uno spettatore”, ha tagliato corto Scaroni che invece è tornato a ribadire la necessità per i due club di Milano di dotarsi di un nuovo stadio per poter competere ad armi pari con i top club europei. E ha confermato che l’ipotesi di abbandonare San Siro si fa sempre più concreta. “Ogni giorno che passa questa ipotesi B diventa sempre più realistica”, ha detto. “Quando parliamo di fuori Milano, parliamo di un fuori Milano relativo. Non stiamo pensando di andare a 50 km, sarebbe una zona che i milanesi considerano parte della loro città anche se ha un’amministazione diversa”, ha concluso Scaroni.

LaPresse

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