Calenda e il sogno di diventare leader del partito che non ha votato

ROMA (loredana lerose) Carlo Calenda, ministro allo Sviluppo economico, si è iscritto al Pd. Questa mattina, si è presentato al Nazareno e al ministro Maurizio Martina ha detto: “Sono venuto a iscrivermi”. Chi l’avrebbe detto, che l’esponente del governo Gentiloni si pentisse di quanto sostenuto pochi giorni prima dal voto. “Prima di decidere chi votare leggerò il programma, voterò per il centrosinistra”, questa la risposta a chi chiedeva se avrebbe votato Pd. Cos’è cambiato? C’è chi tenta di saltare sul carro del vincitore e chi, come Calenda su quello dei perdenti, ma per tornaconto personale. La sconfitta elettorale del Pd e il declino del leader dem Matteo Renzi aprono nuove possibilità sulla leadership del partito. Ma solo un partito disperato può vedere in un ministro semisconosciuto la possibilità di rialzarsi. Eppure Calenda ci crede e come l’ex premier dice no ad una alleanza con i 5 Stelle e spiega che chi pensa a lui come l’anti Renzi sbaglia. “Presa di coscienza sul futuro del PD non resa dei conti su passato – scrive su twitter – Ho sempre parlato chiaro con Renzi ma mi rifiuto di partecipare ora alla rimozione collettiva di un percorso che ha avuto anche tantissimi elementi positivi. Se cercano anti-Renzi non sono io”. Sarà, ma è chiaro che il ministro sta accarezzando l’idea di prenderne il posto, altrimenti perché smentire se stesso dopo pochi giorni dal voto e iscriversi a un partito ridotto all’osso?

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