Insulti del boss al giornalista di Cronache: La Torre a processo per diffamazione

Augusto La Torre

Rischia fino a sei anni di reclusione il boss Augusto La Torre. La procura di Napoli lo ha messo sotto processo per le frasi ingiuriose rivolte a Giuseppe Tallino, il giornalista che per Cronache di Caserta, negli ultimi anni, ha seguito le inchieste della Dda proprio sulla cosca fondata dal mondragonese. Quegli articoli, letti in carcere, avrebbero infastidito il capoclan al punto da spingerlo ad insultare ripetutamente il giornalista.

L’agghiacciante intervista del 2018

Il processo, innescato dalla denuncia di Tallino, prenderà il via a febbraio dinanzi al tribunale di Napoli. Il boss dei Chiuovi risponde di diffamazione aggravata dall’uso del web. Le sue accuse al cronista comparvero in un’intervista pubblicata da un quotidiano di informazione on-line nel giugno del 2018.

Il giornalista, rappresentato dall’avvocato Francesco Parente, e Libra Editrice, la società che edita Cronache di Caserta, hanno annunciato la costituzione di parte civile nel procedimento a carico di La Torre.

Procede la Direzione Distrettuale Antimafia

A seguire il caso è stato il pm della procura distrettuale antimafia Maria Laura Lalia Morra.

I delitti e la pena

Il camorrista sta scontando trenta anni di carcere per associazione mafiosa e omicidi.

La notizia diffusa dall’agenzia LaPresse

Camorra, boss La Torre a processo per frasi contro cronista Cronache Caserta

Roma, 29 ago. (LaPresse) – Rischia fino a sei anni di reclusione il boss Augusto La Torre. La procura di Napoli lo ha messo sotto processo per le frasi ingiuriose rivolte a Giuseppe Tallino, il giornalista che per Cronache di Caserta, negli ultimi anni, ha seguito le inchieste della Dda proprio sulla cosca fondata dal mondragonese. Quegli articoli, letti in carcere, avrebbero infastidito il capoclan al punto da spingerlo ad insultare ripetutamente il giornalista.

Il processo, innescato dalla denuncia di Tallino, prenderà il via a febbraio dinanzi al tribunale di Napoli. Il boss dei Chiuovi risponde di diffamazione aggravata dall’uso del web. Le sue accuse al cronista comparvero in un’intervista pubblicata da un quotidiano di informazione on-line nel giugno del 2018.

A seguire il caso è stato il pm della procura distrettuale antimafia Maria Laura Lalia Morra.

Il camorrista sta scontando trenta anni di carcere per associazione mafiosa e omicidi.

La notizia diffusa dall’Ansa

  • CASERTA, 29 AGO – Dovrà comparire il 26 febbraio prossimo davanti al giudice monocratico del Tribunale di Napoli il boss della camorra casertana Augusto La Torre, imputato per diffamazione a mezzo stampa commessa ai danni di un giornalista casertano, il 30enne Giuseppe Tallino. Questi era stato definito “pseudo-giornalista” da La Torre, nel corso di un’intervista resa dal boss nel giugno 2018 ad un sito casertano. La Torre, definito il boss psicologo per aver preso la laurea in carcere, è detenuto dal 1996 dopo aver guidato con mano sanguinaria l’omonimo clan operante nel comune del litorale casertano di Mondragone, in sintonia ma spesso anche in disaccordo con i potenti Casalesi; autoaccusatosi di una cinquantina di omicidi, è divenuto anche collaboratore di giustizia salvo poi essere in sostanza “scaricato” dall’autorità giudiziaria, che ha definito la sua collaborazione riduttiva. Nel corso dell’intervista La Torre se l’è presa con i pm accusati di accanimento investigativo nei suoi confronti o di mala gestione dei pentiti a suo danno, e con il giovane cronista che lavora al quotidiano “Cronache di Caserta”, e che con coraggio si è occupato proprio del boss; Tallino, definito anche “lecchino che non solo scrive menzogne, ma non legge gli atti processuali”, lo ha però querelato. Il boss ha attaccato tutti coloro che a suo dire vogliono tenerlo in carcere. E’ peraltro in corso al Tribunale di Isernia un contenzioso sul cumulo di pene per le tante condanne ricevute da La Torre.

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