NAPOLI – Gli scontri tra bande non mancano. Il numero di stese e morti continua ad essere preoccupante. E vista da una prospettiva interna, la sensazione che regni il caos sembra incontrovertibile. In realtà quella napoletana è una criminalità solo apparentemente confusa. Ma il tutto contro tutti è uno scenario assolutamente lontano dalla realtà. I tanti gruppi che la animano risultano essere “espressione di un più ampio progetto riconducibile a due sole organizzazioni”: da un lato l’Alleanza di Secondigliano e dall’altra il clan Mazzarella. E’ lo schema che la Dia ha tracciato nella prima relazione semestrale 2021. Sono queste due compagini a “dettare le linee guida” alle altre associazioni aderenti, le quali, “pure essendo dotate della piena autonomia nella gestione degli affari interni, non possono sottrarsi dall’influenza dei due cartelli egemoni”.
Nella confederazione dell’Alleanza di Secondigliano, i clan Contini, Licciardi e Mallardo, ha chiarito la Dia, rappresentano l’ala imprenditoriale “controllando catene di ristorazione e attività commerciali in gran parte del territorio cittadino”. I Mazzarella, invece, si sarebbero dedicati ad una “politica di espansione attraverso una rete di alleanze anche nella provincia napoletana”, riuscendo a contaminare “porzioni di territorio rimaste orfane degli storici clan collassati a causa dei numerosi arresti subiti”.
Provincia a parte, le recenti attività investigative coordinate dalla Procura distrettuale antimafia, hanno dimostrato che stanno tentando pure di allargarsi nella zona centro della città e in particolare nel rione Forcella. E a spingerli in questa direzione ha contribuito il recente arresto di un esponente di spicco del clan Giuliano, che scarcerato nel 2020 si stava attivando per costituire una nuova gang (ispirata a quella storica di appartenenza).
Per i Mazzarella sarebbe stato un ostacolo. Ma tornato in prigione sostanzialmente, ciò che poteva rappresentare un impedimento alla loro politica espansiva si è volatilizzato. L’Antimafia ha registrato, inoltre, la presenza stabile della compagine nella zona di Porta Capuana, attraverso i Papi-Iafulli, a Carbonara e a Maddalena, in particolare nell’area che ricomprende via Mezzocannone, Santa Chiara e piazza Bovio. Resta centrale per la criminalità organizzata campana la droga. E ad avere una posizione cardine nel settore di approvvigionamento delle sostanze stupefacenti sono gli Amato-Pagano.
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