NAPOLI – I clan della camorra avevano scoperto la località protetta dove viveva l’ex padrino di Miano, Salvatore Lo Russo. Per questo motivo, nelle scorse ore, ‘Totore capitone’, è stato trasferito d’urgenza in un nuovo nascondiglio. A svelare la sua nuova vita, un video amatoriale che lo ‘immortala’ mentre sta tranquillamente seduto su una panchina in quella che sembra la piazza principale della città dove si era trasferito. Polo a righe bianche e rosa, jeans e scarpe da ginnastica, Lo Russo è ripreso mentre parla al telefono cellulare circondato da ignari passanti.
Le riprese da parte di chi ha riconosciuto l’ex boss
Tra questi, però, ci sono due uomini che hanno riconosciuto l’ex capo della camorra mianese. Poco prima che la telecamera del telefonino riprendesse il suo volto, si sente una voce, dal chiaro accento napoletano che afferma: “ è lui, è lui”. “Ma tu non ti far vedere -risponde l’accompagnatore- io faccio il filmino”. Pochi istanti dopo è Lo Russo è ripreso dalla fotocamera. I due, per non destare sospetti, fingono di riprendere la piazza ma appena l’ex padrino cala gli occhi, lo riprendono ‘zoomando’ sul volto in modo da eliminare ogni dubbio sulla sua identità. Lo Russo, incredibilmente, non sembra cambiato dal giorno del suo arresto e anche il suo abbigliamento sembra identico a quello che indossava il giorno in cui i carabinieri del Comando Provinciale di Napoli gli misero le manette ai polsi.
L’assalto alla roccaforte della cosca nel 2007
Era il 30 agosto del 2007 quando i militari, insieme ai colleghi dei reparti speciali, prendono letteralmente d’assalto la roccaforte della cosca, il rione San Gaetano di via Janfolla. Lo Russo, all’epoca 54enne, è tra i primi a finire in manette, seguito di li a poco dai suoi luogotenenti e dai suoi ‘fedelissimi’. Dopo tre anni di detenzione arriva, però, la resa incondizionata. Il padrino chiede di conferire con i magistrati perché ha intenzione di iniziare a collaborare con la giustizia.
Le sue dichiarazioni sono vere e proprie ‘bombe’ che colpiscono non soltanto la sua organizzazione ma anche altre ‘famiglie’. A cominciare dagli Amato-Pagano di Melito di cui, fino a quel momento, è stato stretto alleato. Per questo motivo, quando gli investigatori scoprono il video registrato nella località protetta, decidono, immediatamente, di trasferirlo in tutta fretta. Le immagini, infatti, sarebbero già arrivate nelle mani dei suoi nemici e non è escluso che qualcuno, proprio in queste ore, stesse meditando di vendicarsi.
I nemici e i tentativi di eliminare Lo Russo
Sono tanti, infatti, i nemici che, nel corso degli anni, hanno cercato di eliminarlo. Tra questi alcune delle più pericolose organizzazioni camorristiche dell’area nord come i Licciardi, che con i Lo Russo non hanno avuto mai buoni rapporti. Gli stessi ‘scissionisti’, dopo il pentimento, hanno buoni motivi per volerlo morto dato che con le sue accuse ha aggravato le posizioni di alcuni esponenti apicali dell’organizzazione. A volere la sua testa, però, ci sono anche alcuni suoi vecchi affiliati che si sono sentiti traditi dalla decisione di collaborare con la giustizia e che, già in passato, avevano meditato di ammazzarlo.
Fortunatamente l’intervento delle forze dell’ordine ha mandato all’aria eventuali propositi di vendetta consentendo all’ex boss di tornare a essere un ‘invisibile’ in una nuova località. Tuttavia indagini sono in corso per tentare di arrivare a individuare i ‘registi’ del video. L’obiettivo, infatti, è comprendere se si tratti di persone vicine alla criminalità organizzata napoletana e, soprattutto, se il filmato sia stato ‘passato’ agli esponenti di qualche cosca. Sulla loro identità, per adesso, solo pochissime informazioni. Uno di loro, come detto, è chiaramente napoletano mentre l’altro, a riscoltare l’audio, sembra essere di origine sarda.