Candidati senza coraggio, lacrime di coccodrillo sui debiti comunali

Elezioni comunali a Napoli. Ora tutti vogliono una legge speciale ma in 10 anni hanno sempre salvato il sindaco e i suoi alleati

NAPOLI – “Mi sono candidato da oltre tre mesi su sollecitazione di tante persone e ben sapendo che la città è gravemente dissestata”: parola di Antonio Bassolino, che dopo la dolorosa vicenda delle primarie di cinque anni fa, si sta impegnando in una campagna elettorale per certi aspetti folle, per altri coraggiosa, almeno se messa a confronto con la pavidità che caratterizza i suoi (per il momento presunti) avversari.
E’ proprio il coraggio, infatti, quello che manca a autorevoli non-candidati, due su tutti: Gaetano Manfredi (nella foto) e Catello Maresca.

Dovrebbero essere loro, l’ex ministro e il quasi ex magistrato, a contendersi la poltrona di sindaco di Napoli: Manfredi per la coalizione Pd-M5S-civiche, Maresca per Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Dovrebbero essere, e probabilmente saranno: l’estenuante tatticismo, però, li accomuna, li rende interscambiabili, entrambi in attesa di un provvedimento di legge che renda meno pesante il debito del Comune di Napoli. Se ne sono accorti oggi, Manfredi e Maresca, della situazione delle casse di Palazzo San Giacomo? Dormivano, il professore e il giudice, mentre i loro attuali alleati salvavano ancora pochi mesi fa l’attuale sindaco, Luigi De Magistris, sull’approvazione del bilancio?

Lo ricordiamo tutti, quello che è successo, lo scorso 11 dicembre: Leu, che è in maggioranza con il sindaco uscente e partecipa ai tavoli di Pd e M5S, votò a favore del bilancio; Salvatore Guangi, consigliere comunale di Forza Italia, uscì dall’aula, salvando Giggino dal commissariamento. Di che si lamentano, adesso, i due non-candidati?

E’ francamente insopportabile l’attendismo che li caratterizza: Manfredi si fa pregare e detta condizioni, Maresca nega di essere candidato per non dover mettersi in aspettativa dalla magistratura ma intanto partecipa a incontri, riunioni, cene e cenette elettorali, e fa trapelare anche lui di essere in attesa di un provvedimento governativo sul bilancio del Comune. Candidarsi a sindaco di Napoli deve essere innanzitutto un atto d’amore, non un bieco calcolo poltronistico, un ripiego, un sacrificio. La città può fare a meno, tranquillamente, sia di Manfredi che di Maresca, e soprattutto dei loro estenuanti tatticismi: se hanno voglia di combattere scendano in campo, altrimenti passino la mano a chi ha voglia di mettersi in gioco anche senza uscite di sicurezza.

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