Decreto Genova, Cantone (Anac) lancia l’allarme: “La deroga al Codice antimafia aumenta il rischio di infiltrazioni mafiose”

Il presidente dell'Anticorruzione: "Vi sono molte attività connesse alla ricostruzione, dal movimento terra allo smaltimento dei rifiuti ad esempio, in cui le imprese mafiose detengono purtroppo un indiscutibile know how"

Cantone sos sul dl Genova
Foto Fabio Cimaglia / LaPresse

GENOVA – Raffaele Cantone lancia un campanello d’allarme sul Decreto Genova. Il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione è stato ascoltato in audizione davanti alle commissione Ambienti e Trasporti della Camera. E le sue parole suonano suonano come una scossa: “Per come è pensato, aumenta il rischio di infiltrazioni mafiose”.

Decreto Genova, Cantone lancia l’allarme: “La deroga contenuta aumenta il rischio di infiltrazioni mafiose”

E’ la deroga a tutte le norme extrapenali a ‘spaventare’ Cantone. “Comporta anche la deroga al Codice antimafia e alla relativa disciplina sulle interdittive, lacuna che può aumentare il rischio di infiltrazioni mafiose – ha spiegato – Vi sono molte attività connesse alla ricostruzione, dal movimento terra allo smaltimento dei rifiuti ad esempio, in cui le imprese mafiose detengono purtroppo un indiscutibile know how”. Insomma, per il presidente dell’Anac c’è qualcosa che non va. D’altro canto, non basta “averlo scritto con il cuore” come ha dichiarato l’altro giorno il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. C’è bisogno di norme certe. “Quella di Genova è una tragedia enorme e lo Stato deve fare in fretta. Ma il modo migliore affinché tutto venga eseguito a regola d’arte è che la stazione appaltante abbia un quadro di regole chiaro e certo”, ha detto ancora.

Il presidente dell’Anticorruzione sul commissario Bucci: “Gli si sta affidando una disciplina molto complessa”

Cantone ha anche sottolineato le peculiarità della figura e dei compiti assegnati al commissario Bucci. “Quella contenuta nel decreto è una deroga senza precedenti che gli consentirà di muoversi con assoluta e totale libertà, con soli limiti dell’Ue e i principi costituzionali”, ha spiegato. Sottolineando però anche la preoccupazione per il fatto che il commissario straordinario “dovrà occuparsi non solo dell’affidamento dell’opera ma anche di numerosi altri aspetti, in primis il conferimento in discarica dei materiali di risulta, agendo nell’ambito delle direttive comunitarie che sarà tenuto ad applicare senza alcuna mediazione della normativa nazionale”. Per il numero uno dell’Anac, quindi, ci sarebbe un problema di sovrabbondanza di responsabilità. “Si sta affidando al commissario una disciplina alquanto complessa, non solo sugli appalti ma anche sui rifiuti e in questo modo si rischia di moltiplicare il contenzioso proprio perché il quadro normativo si caratterizzerà per estrema incertezza”, ha concluso.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome