APOLI – Non si stanno risparmiando gli esponenti del Partito democratico nella campagna congressuale in corso. La battaglia tra le mozioni è senza esclusioni di colpi e chi può fa sentire la propria voce forte e chiara. Chi, invece, ha bisogno di mantenere un profilo basso, e non certo solo per ragioni di carica istituzionale, è il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. L’ex rettore della Federico II è decisamente al centro della bufera, visto che nella sua amministrazione trovano spazi di potere un po’ tutte le mozioni che si stanno scontrando in queste settimane. Da un lato il gruppone dei consiglieri regionali, con Vincenzo De Luca più o meno a margine, che sostengono Stefano Bonaccini, dall’altro gli esponenti della mozione di Elly Schlein, come Marco Sarracino, che hanno voluto il campo largo che ha portato Manfredi alla vittoria e tengono sempre allacciati i rapporti con quell’area grillina capitanata da Roberto Fico che in Comune è saldamente in maggioranza. Rompere con i deluchiani, nonostante le tensioni con il governatore sul caso San Carlo sarebbe una condanna per il sindaco e non solo perché nel gruppo dei consiglieri regionali c’è anche il fratello Massimiliano. Ma anche perdere l’appoggio dell’area Schlein (il primo cittadino ha appena recuperato uno spazio nella sua squadra anche per Paolo Mancuso, assessore dimissionario, che è vicino proprio a Sarracino) sarebbe un colpo durissimo. Basti pensare che il congresso del circolo di San Giovanni a Teduccio, dove a fare la voce grossa sono il consigliere Aniello Esposito e l’ex consigliere Tonino Borriello, il risultato è stato di 189 voti per Schlein, 2 per Paola De Micheli e uno per Bonaccini. Mani legate, quindi, in questa situazione per Manfredi che sta temporeggiando e aspettando che la bufera passi e il quadro possa meglio definirsi nel prossimo futuro. Per evitare scontri con qualsiasi area dem, il sindaco ha resistito il più possibile anche alle pressioni per l’incarico affidato in Città metropolitana all’europarlamentare Andrea Cozzolino, più che mai finito nel tritacarne del Qatargate. Ieri, però, dopo i blitz in casa e ufficio e l’arresto del deputato europeo, il sindaco è stato costretto a intervenire: “La cabina di regia sul monitoraggio della spesa dei fondi europei in Città Metropolitana, di cui faceva parte anche l’onorevole Cozzolino, non si è mai insediata e non ha svolto alcuna attività. A seguito dell’evoluzione della relativa vicenda giudiziaria ho deliberato la revoca immediata della nomina”, ha fatto sapere. Resistere, non scontentare nessuno, adesso, è la regola d’oro. Meglio, quindi, insistere nel guardare ciò che unisce anche in una fase politicamente così critica. Come il tema dell’autonomia differenziata che sarà oggetto del dibattito convocato per lunedì mattina in consiglio comunale. Altro tema che unisce è quello dei trasporti e ieri Nino Simeone ha chiesto conto anche al ministro Matteo Salvini del caos della linea 1. Unire, ora, è lo slogan a San Giacomo. Più che mai.
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