SAN SEVERO – Ogni bracciante percepiva una retribuzione a cottimo fra i 3,70 e i 4 euro per ogni cassone di pomodori raccolto oppure una retribuzione oraria di circa 4 euro. È quanto emerso dalle indagini coordinate dalla procura di Foggia, sfociate oggi nell’esecuzione di 5 ordinanze cautelari.
“L’inchiesta ha portati a identificare un caporale di nazionalità senegalese, assunto presso una delle 4 aziende poste sotto sequestro, che oltre a percepire un regolare stipendio quale impiegato, riusciva a sottrarre ai braccianti la somma di euro 0,50 per ogni cassone raccolto e la somma di euro 5 per il trasporto dai luoghi di dimora ai luoghi di lavoro”, spiegano i carabinieri che hanno condotto le indagini.
Gli orari di lavoro arrivavano anche a 11 ore giornaliere senza riposi settimanali, senza alcuna differenza fra giorni feriali e festivi e senza un’adeguata corresponsione economica rispetto alle ore prestate in straordinario. “Era previsto l’alloggiamento: le aziende mettevano a disposizione dei lavoratori alcuni capannoni adibiti a dormitori aziendali, all’interno dei quali i servizi igienici erano totalmente inadeguati, senza porte e caratterizzati da vaste aree di muffa maleodorante (a manifesta concentrazione batterica), in presenza di scarichi ed allacci (idrici ed elettrici) abusivi e in assenza delle condizioni minime di abitabilità”, spiegano i carabinieri. “Nessuno dei braccianti, inoltre, aveva ricevuto adeguata formazione, né i dispositivi di protezione previsti. Il lavoro veniva, infatti, prestato senza l’utilizzo di abbigliamento, guanti e calzature anti-infortunistiche”, proseguono gli investigatori. “Nel corso dell’indagine è emersa documentazione falsa al fine di attestare la formazione dei lavoratori, al fine di garantire un’apparente cornice di legalità ai rapporti di lavoro, traendo così un ulteriore profitto economico, oltre a quello già percepito dalla mancata applicazione della normativa vigente nei rapporti lavorativi”, concludono i carabinieri.
(LaPresse)