ROMA – La lotta al caporalato? Per il presidente Inps Pasquale Tridico si fa con una task force di ispettori e i droni. In audizione alla Camera, il numero uno dell’Istituto di previdenza ha lanciato l’allarme. “Quello del caporalato è un problema di criminalità organizzata, non solo di lavoro irregolare”.
L’Inps lancia l’allarme
Dal 2016 al 2018, cioè da quando sono entrate in vigore le nuove norme, sono stati accertati 93.700 rapporti di lavoro fittizio. A cui però l’Inps eroga prestazioni come la disoccupazione, la malattia, “tutte le prestazioni normalmente concesse in seguito a un rapporto di lavoro. Non registriamo rapporti fittizi, diamo prestazioni e quei lavori sono svolti da lavoratori irregolari. Si tratta di un numero impressionante che si concentra al Sud ma non solo”. Le circa 5mile ispezioni realizzate nello stesso periodo hanno portato ad accertamenti contributivi per circa 61 milioni, minori prestazioni per 228 milioni, 2871 lavoratori irregolari in meno e 5.065 non in nero. Per un totale di 7.396, soprattutto al Sud.
Task force di ispettori e droni per combattere il caporalato
I controlli però non bastano. “Gli ispettori Inps svolgono una funzione importante, ma paradossalmente è una delle meno importanti, perché noi non abbiamo il controllo del territorio; mentre abbiamo una maggiore incidenza sulla logistica e sull’edilizia, recuperiamo crediti di evasione contributiva e riusciamo a essere più forti, in agricoltura no – dice Tridico. C’è una scarsità di risorse importanti, gli ispettori non riescono a essere presenti sul territorio. E non riusciamo a controllare un territorio molto soggetto alla connivenza mafiosa e criminale”. E l’Inps “è bravo relativamente, con tutti i limiti, a fare controllo del lavoro regolare ma non può fare lotta alla criminalità”. Ecco perché il numero uno dell’Istituto chiede innanzitutto che venga abrogata la previsione del ruolo ad esaurimento degli ispettori, che sono solo 1.141.
Con più risorse potrebbe così nascere una ‘task force’ di ispettori Inps dedicati proprio al contrasto del caporalato, che potrebbero servirsi di droni per i loro controlli. “C’è già una tradizione importante di controllo degli appezzamenti terrieri attraverso droni, gestito da Agea – spiega Tridico – Ci restituiscono la redditività dei territori: se c’è una redditività di 100 non posso avere 50 lavoratori e quindi bisogna controllare. Andrebbero fatte delle sinergie”.
La priorità è unire le forze ispettive
In audizione anche il presidente Inail, Massimo De Felice, ha appoggiato l’idea di unire le forze ispettive. “Anche noi denunciamo una riduzione del numero degli ispettori”, ha premesso e i dati in possesso degli istituti per agevolare controlli incrociati. “L’Inail attualmente poco può fare, soprattutto sul controllo dei premi che sono riscossi dall’Inps e poi versati all’Inail. Altro problema è la disponibilità effettiva dei dati perché in caso di infortunio molto ci farebbe comodo un controllo rispetto al premio riscosso”.
(AWE/LaPresse/di Antonella Scutiero)