Carabiniere ucciso, il coltello nascosto in hotel. La moglie: “Ergastolo”

I due americani indagati per omicidio e la vittima, il carabinieri Mario Cerciello Rega (la foto di Tgcom24)

ROMA – Elder Finnegan Lee tira fuori il coltello e colpisce più volte al tronco il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, fino a quando smette di opporre resistenza. Le urla del carabiniere della provincia di Napoli richiamano l’attenzione dell’altro 19enne statunitense, Christian Gabriel Natale Hjorth, impegnato in una collutazione con l’altro carabiniere, Andrea Varriale. A quel punto i due ragazzi abbandonano il ferito al suo destino – morirà poco dopo all’ospedale Santo Spirito – scappano e si rifugiano al Meridien, un albergo di lusso a Prati. Qui iniziano a fare le valigie per prendere il volo di ritorno verso gli Stati Uniti, sperando forse di farla franca.

Ma prima c’è da disfarsi delle prove: il borsello sottratto allo spacciatore, per vendicarsi di quell’aspirina tritata venduta per cocaina che ha dato il via alla follia, viene abbandonato in una fioriera a pochi metri dall’hotel. Il grosso coltello è stato ritrovato abilmente nascosto dietro a un pannello a sospensione del soffitto della stanza, insieme agli indumenti indossati durante il reato. Su questo punto, annotano gli inquirenti, i due statunitensi ‘rendono versioni assolutamente contrapposte, accusandosi reciprocamente’.

Non è il solo passaggio del racconto dell’assurda notte tra giovedì e venerdì che ha portato alla morte del 35enne carabiniere napoletano che non combacia, e non è il solo punto che resta oscuro. Per ora però non ci sono passi avanti nella ricostruzione della tragedia, con i due fermati che si sono avvalsi della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia. Sembra però che uno dei due, l’omicida, facesse uso di psicofarmaci e che, entrambi, avessero bevuto.

Di una cosa gli inquirenti sono certi: entrambi i ragazzi sono responsabili di omicidio e tentata estorsione. Non risulta verosimile che l’interessamento di Natale – come aveva raccontato lui, nel lungo interrogatorio di venerdì sera fosse del tutto gratuito sia nell’acquisto della droga sia nella sia ferma volontà di recuperarla. E sebbene il coltello sia stato utilizzato durante la colluttazione tra i soli Elder e Cerciello, non poteva non essere visto da Natale, che però ha negato. Inoltre va considerato che la sua presenza di Natale, e la collutazione con Varriale, ha contribuito alla morte di Cerciello, quantomeno perché ha bloccato l’intervento in aiuto del suo compagno.

Una morte, spiegano gli inquirenti, dovuta a una reazione “del tutto spropositata” da parte di Elder. Nessuno dei due carabinieri ha estratto armi, al contrario dei due statunitensi. E nel presentarsi all’appuntamento che i ragazzi, in visita a Roma, avevano fissato con lo spacciatore con cui avevano litigato poco prima perché aveva venduto loro aspirina anziché coca, e a cui avevano chiesto 100 euro e un grammo di droga per ridargli il borsello, i due uomini si erano qualificati come militari dell’Arma.

Natale, che mastica un po’ di italiano, ha confermato questo passaggio fondamentale, Elder no. Non l’hanno detto e comunque non avevo capito che fossero carabinieri, ha raccontato agli inquirenti, giustificandosi poi con la difficoltà di comprendere la lingua italiana.

Restano parecchi aspetti oscuri della vicenda. Come ad esempio il motivo per cui lo spacciatore ha avvertito le forze dell’ordine del ricatto che stava subendo. Poco invece gli inquirenti si aspettano dall’autopsia di Cerciello, presso l’istituto di medicina del Verano. Il motivo della sua morte sembra dolorosamente chiaro alla sua famiglia, alla giovane moglie con cui erano convolato a nozze 43 giorni prima di morire.

“Ero venuta a Roma, qui stavamo cercando una casa più grande, qui avremmo voluto avere figli”, racconta Rosa Maria Esilio, “amava Roma, ha scelto di rimanere qui, anche per dare un futuro migliore ai figli. Ma era conscio dei pericoli della città, sono sotto gli occhi di tutti: mi veniva sempre a prendere la sera”.

Ora per i responsabili chiede “l’ergastolo, hanno ucciso mio marito, voleva diventare padre, non ha avuto il tempo di fare niente. Ora voglio pensare alla sua famiglia, alla sua sorellina, hanno bisogno di me. Ma questi ragazzi, le forze dell’ordine vanno tutelati, rischiano la vita, servono leggi adeguate”.

Domani dalle 16 alle 20.30 in piazza Monti di Pietà si terrà la camera ardente, lunedì i funerali nel paese di origine di Mario, “dove ci siamo sposati poco più di 40 giorni fa – dice Rosa – Questo è il prezzo della felicità. La vità è ingiusta. Non so che mi aspetta, so solo che vorrei tornasse a casa, me lo aveva promesso”. (LaPresse)

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