Carceri, Casellati: il sovraffollamento è l’ostacolo alla salvaguardia dei diritti della persona

"Il primo pensiero non può che andare all'annosa questione del sovraffollamento delle nostre strutture"

Foto Roberto Monaldo / LaPresse in foto Maria Elisabetta Alberti Casellati

ROMA – “Il primo pensiero non può che andare all’annosa questione del sovraffollamento delle nostre strutture. Nonostante gli importanti sforzi compiuti in questi anni, anche sul piano legislativo, per contenere i flussi in ingresso e allargare quelli in uscita dalle carceri, il numero delle persone attualmente detenute in Italia continua ad essere pericolosamente al di sopra dei limiti di capienza, con un tasso medio del 105/110% dei posti disponibili”. Così la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, nel discorso tenuto in occasione della presentazione presso la Sala Capitolare di Palazzo della Minerva della Relazione al Parlamento 2022 del Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale.

“Vi sono poi situazioni di vera emergenza, come ad esempio in Puglia e in Lombardia – ricorda -, dove la concentrazione della popolazione carceraria arriva a superare il 130% e, in alcuni casi, persino il 160% dei posti disponibili. Oltre a generare disagio, malessere ed amplificare la percezione del carcere come luogo di degrado ed emarginazione, il sovraffollamento – insieme ad una grave carenza di strutture, risorse e personale – rappresenta uno dei principali ostacoli alla salvaguardia di diritti fondamentali della persona, come quello all’istruzione, al lavoro o alla sfera degli affetti. Diritti che non sono solo guarentigie di una dignità umana che il carcere non può sopprimere, ma anche strumenti irrinunciabili per trasformare la pena in un’occasione di riscatto, recupero e rinascita sociale, come prescrive la Costituzione”.

“Questo è tanto più vero nel caso dei minori – prosegue Casellati -, che rappresentano la vera sfida di un sistema detentivo chiamato non solo a considerare il carcere come una extrema ratio, ma anche a garantire che le misure restrittive non recidano i legami sociali e le prospettive di ritorno ad una socialità piena. Occorre quindi un convinto cambio di passo. Perchè quelle che il Garante evidenzia anche nella relazione di quest’anno sono problematicità persistenti che richiedono soluzioni strutturali, non misure emergenziali”. “Altrimenti – conclude la presidente del Senato – continueremo a confrontarci con un sistema che incatena: nel tempo e nello spazio. Che umilia e non riabilita”.

(LaPresse)

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