CASAL DI PRINCIPE – Una rete di insospettabili, capace di coprire e accudire i latitanti per anni. Di quel sistema avrebbe fatto parte anche Salvatore Carlino. Secondo gli investigatori l’imprenditore di Brezza negli anni Novanta ha provveduto a fornire vettovagliamento e ricovero a Michele Zagaria e Antonio Mezzero.
La circostanza emerge da una sua conversazione, del 2012, intercettata dai carabinieri, avvenuta con Paolo Gravante, di Grazzanise. All’amico racconta che, durante il periodo in cui molti affiliati del clan erano latitanti, una mattina aveva portato dei cornetti presso un loro rifugio dove avrebbe dovuto trovare Raffaele Caianiello e un altro ‘fuggiasco’. Ed invece in quello stesso luogo erano presenti 9 ricercati, tra i quali Zagaria, Mezzero, Antonio Iovine e Francesco Schiavone Cicciariello. C’erano solo due letti, gli altri dormivano su dei materassi disposti sul pavimento.
L’imprenditore a Gravante riferisce anche il perché di quella massiccia presenza di latitanti nel Basso Volturno: era il giorno del matrimonio di un affiliato di Cicciariello. Durante i ricevimento le forze dell’ordine, racconta il brezzano, fecero irruzione. I latitanti però riuscirono a scappare sfruttando il canale Agnena.
A dare la soffiata sarebbe stato proprio Caianiello. “All’epoca – ha informato Gravante – li teneva nascosti quello sporco di ‘Ballatrice’ (nomignolo di Caianiello, ndr.)”. Per tale motivo sarebbe stato condannato a morte. “Se ne erano accorti, se ne erano accorti e si salvò in calcio d’angolo”.
Il racconto del brezzani, affermano i carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta, viene riscontrato da un’informativa della polizia, del 1997, incentrata proprio sul tentativo di cattura di Zagaria, Mezzero e Salvatore Nobis ‘Scintilla’. Il matrimonio citato era quello di Felice Papa, 47enne di Sant’Andrea del Pizzone. Il ricevimento si tenno preso il ristorante ‘La Bruschetta’.
Carlino e Gravante sono accusati di riciclaggio aggravato dalla finalità mafiosa. Nelle prossime settimane compariranno davanti al gup di Napoli per l’udienza preliminare. L’intercettazione tra i due è tra le carte di inchiesta che nel 2017 portò all’arresto di Francesco Zagaria, alias Ciccio ‘e Brezza.