Anche i ricchi piangono (e i poveri pagano)
Incredibile ma vero. Mentre gli italiani piangono preparandosi a un inverno di lacrime e sangue, mentre le attività commerciali chiudono, mentre migliaia di persone perdono il posto di lavoro a causa della crisi, si scopre che Roberto Saviano ha chiesto e ottenuto dallo Stato aiuti economici per 10mila euro. Il motivo? Avrebbe subito un “danno economico” a causa del “grave turbamento dell’economia” provocato dall’emergenza Covid. Proprio lui, “Mister Gomorra”, lo scrittore lanciato dalla casa editrice di Silvio Berlusconi, la Arnoldo Mondadori Editore. Lui che di quel romanzo ha venduto decine, forse centinaia di milioni di copie (erano 12 milioni solo nel 2009, a due anni e mezzo dalla prima pubblicazione) in tutto il mondo. Il libro è stato tradotto in 60 lingue, distribuito in centinaia di paesi con edizioni locali, da esso sono stati tratti persino un film, una serie tv di 6 stagioni distribuita in oltre 170 paesi, opere teatrali e monologhi.
La condanna per plagio
Insomma, un impero economico vero e proprio. Per non parlare del successo personale ottenuto, delle presenze in televisione, nei teatri e in decine e decine di librerie sparse per l’Italia per firmare le copie del suo libro. Un’opera che gli è costata una condanna definitiva per plagio ai danni della Libra Editrice, in quanto si è poi scoperto che Saviano, dopo aver frequentato le redazioni di Cronache di Napoli e di Caserta, aveva copiato gli articoli dei cronisti locali.
L’8 novembre il processo per la determinazione del danno
La prossima udienza del procedimento per la quantificazione del danno da risarcire è prevista per il prossimo 8 novembre davanti alla Corte di Appello di Napoli. La Cassazione, infatti, ha ritenuto assolutamente insufficiente la somma di 6mila euro (4mila euro in meno rispetto agli aiuti per i poveri percepiti da Saviano dallo Stato) stabilita in precedenza dai giudici napoletani. Per questo la Suprema Corte ha chiesto che l’importo venga determinato in considerazione degli “utili illecitamente perseguiti dal plagiario in violazione del diritto”.
Miseria e nobiltà
Insomma, nonostante i notevoli guadagni che negli anni lui e la famiglia Berlusconi hanno accumulato, Saviano ha pensato bene di chiedere allo Stato di poter accedere agli aiuti economici rivolti ai poveracci che, a causa del lockdown, sono finiti in mezzo a una strada. E così ha ottenuto un credito d’imposta di 9.744,00 euro. Alla sua fidanzata Meg, nome d’arte di Maria Di Donna, ex cantante della band napoletana “99 Posse” è andata maluccio. Le sono stati riconosciuti soli 374 euro. La notizia è stata riportata da Verità&Affari.it, con un articolo del direttore Franco Bechis ed è stata rilanciata da Dagospia, il sito di informazione di Roberto D’Agostino. E ovviamente è stata verificata presso fonti istituzionali. I dettagli, infatti, sono liberamente consultabili presso il Registro Nazionale degli Aiuti di Stato.
L’inverno sta arrivando
Intanto, per i poveri veri si preannuncia un inverno difficile. Non solo la crisi energetica che ha fatto schizzare i prezzi di luce e gas, non solo i rincari generalizzati di tutto. Ci si mette anche l’inflazione, che aggredisce i nostri risparmi con una stangata da almeno 92 miliardi di euro. L’elaborazione è dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre. A Roma l’inflazione rosicchia 7,42 miliardi di risparmi familiari, a Milano 7,39, a Torino 3,85, a Napoli 3,33, a Brescia 2,24 e a Bologna 1,97. Tra le meno esposte Enna, con 156 milioni, Isernia con 153 e Crotone con 123. “Il Paese non può reggere questa crisi e il governo che si sta costruendo deve ascoltare il lavoro, le nostre proposte. Non c’è più tempo davvero, perché in queste settimane ci sono grandi multinazionali, grandi imprese che fanno profitti anche in un momento congiunturale così negativo”, ha detto il segretario generale della Cgil Campania, Nicola Ricci, durante la manifestazione di ieri a Roma dinanzi alla sede della Camera del Lavoro. “Le famiglie, i lavoratori, i pensionati non reggono questa crisi – aggiunge Ricci – e noi pensiamo che le misure da mettere in campo debbano essere a lunga durata e che nel frattempo sia necessario mettere in sicurezza il Paese. Noi rivendichiamo un piano che non sia solo economico, ma anche sociale”.
Cosa ci aspetta
Sono oltre 90mila le imprese che in Italia rischiano la chiusura entro la metà del 2023, anche a causa delle maxi-bollette in arrivo nei prossimi 12 mesi. Per loro la stangata sarà di 11 miliardi di euro. A rivelarlo l’ultima analisi pubblicata dall’Unicusano. Infine la decisione di Bruxelles che scatterà nel febbraio del 2023 non colpirà solo le aziende ma anche le famiglie italiane. Un incubo.