ROMA – La procura di Roma indaga sui disordini scoppiati nei giorni scorsi a Casal Bruciato dopo l’assegnazione di una casa popolare a una famiglia rom. Nel fascicolo, per ora a carico di ignoti, si ipotizzano i reati di violenza privata e istigazione alla discriminazione razziale.
La procura indaga per odio razziale
In procura sono arrivate le prime due informative, dal commissariato San Basilio e dalla Digos. Mentre prosegue l’analisi dei video da parte degli agenti che avrebbero già individuato una decina di persone, perlopiù militanti di estrema destra legati all’organizzazione Casapound e già coinvolti in episodi simili.
Tra di loro anche l’uomo che ha gridato “Ti stupro” alla donna assegnataria dell’appartamento in via Sebastiano Satta. E rischia un procedimento per minacce aggravate dall’odio razziale.
Disordini a Torre Maura
La famiglia assegnataria dell’appartamento, padre, madre e 12 figli, resta chiusa nello stabile, alla periferia est di Roma, terrorizzata da quanto accaduto: una casa con mura vere la aspettavano da anni. Ma il sogno che sembrava essersi realizzato, negli ultimi tre giorni è parso più vicino a un incubo. Proveranno, con tutte le loro forze, a restare nel loro appartamento, ma nella testa rimbombano le urla, le minacce sentite negli ultimi giorni, e la paura per i loro bambini.
Intanto sono 41 le persone denunciate per le proteste del 2 aprile scorso a Torre Maura, seguite al trasferimento di alcune famiglie rom in una struttura di accoglienza. Si tratta di abitanti del quartiere ed esponenti di Casapound. Le ipotesi di reato vanno dalla manifestazione non autorizzata all’incendio doloso, il danneggiamento, l’istigazione all’odio razziale, l’apologia del fascismo e l’interruzione di pubblico servizio.
Sempre più frequenti gli episodi di razzismo
Identificati e denunciati per rapina anche coloro che presero una cesta del pane che stava per essere consegnata alle famiglie rom. Gettandone e calpestandone il contenuto.
Sui recenti episodi di razzismo interviene l’Associazione Articolo Uno che per bocca della responsabile nazionale Legalità e lotta alle mafie di Articolo Uno Maria Flavia Timbro sottolinea: “Nelle periferie, il paese reale è vittima delle disuguaglianze, del degrado socio-culturale, della deprivazione economica, migliaia di famiglie italiane vivono sotto la soglia di povertà. Si preoccupino e, soprattutto, si occupino di questo Salvini e Di Maio, invece di soffiare sulle polemiche di questi giorni, alimentando il fuoco di una contestazione che rischia di essere solo l’ennesima guerra tra poveri”.
(LaPresse/di Alessandra Lemme)