casal di principe – Una maxi truffa ai danni dell’Inps e del Comune, con gli operatori Lsu che avrebbero attestato ore di attività non prestate e gli amministratori municipali che non avrebbero svolto i controlli necessari. Con queste accuse sono finite sul registro degli indagati il sindaco Renato Natale, gli assessori Vincenzo Noviello, Antonio Schiavone, Maria Letizia detta Mirella, Antonio Natale e Marisa Diana, il segretario comunale Francesca Nugnes, i dirigenti Enrico Pignata, Vincenzo Cenname e Giovanni Palmiro Cosentino e 33 operatori Lsu. La Procura di Napoli Nord, diretta da Maria Antonietta Troncone, indaga per abuso d’ufficio nei confronti degli amministratori e, a vario titolo, per truffa aggravata ai danni dello Stato, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e false attestazioni dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni. Nella mattinata di ieri i carabinieri della compagnia di Casal di Principe hanno proceduto al sequestro, nei confronti di 34 lavoratori, per le somme che si ritengono illecitamente percepite, per un ammontare totale di 168mila euro. Sotto sigilli sono finiti conti correnti, denaro contante e auto. Il tutto su disposizione del giudice per le indagini preliminari Vera Iaselli, che ha accolto solo in parte le richieste del pubblico ministero per il sequestro e le ha respinte per le misure cautelari personali.
La Procura ipotizza la responsibilità degli amministratori nell’anomala programmazione e registrazione del servizio e nelle illecite retribuzioni versate agli Lsu. L’amministrazione ha erogato illegittimamente somme di denaro per ore di lavoro mai prestate, che venivano comunicate dagli stessi lavoratori senza un controllo della presenza. Inoltre, l’attività non è mai stata pianificata dal Comune.
L’indagine condotta dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Casal di Principe, iniziata nell’agosto 2019 e conclusasi nel maggio 2021, ha preso le mosse dalla denuncia dalla precedente segretaria comunale Virginia Terranova in merito alla violazione di norme che disciplinano l’impiego e la gestione degli Lsu da parte degli amministratori. Questi ultimi avevano tenuto condotte omissive in merito all’adozione di delibere specifiche omettendo le indicazione dei progetti d’impiego, le aree, gli orari. nonostante le segnalazioni dell’ex segreteria comunale. In questo modo gli Lsu avrebbero percepito un’indennità d’integrazione oraria indebita arrecando un danno alle casse pubbliche per 450mila euro nei confronti dell’Inps e per 305mila euro allo stesso Comune. Uno degli indagati si sarebbe assentato dal lavoro per gestire un bar a Casale, un altro avrebbe continuato a lavorare pure essendo in pensione.
Nel collegio difensivo gli avvocati Felice Belluomo e Giancarlo Corvino.
Un operatore in malattia sorpreso a gestire un bar
Fra i presunti comportamenti truffaldini degli operatori, due casi vengono evidenziati nella nota firmata dal procuratore della Repubblica Troncone. Mario Paone risponde di violazione delle norme sul pubblico impiego in quanto non avrebbe fatto risultare sul dispositivo elettronico marcatempo del Comune il suo periodo di assenza dal lavoro: se ne sarebbe anzi allontanato per raggiungere il “Bar Odissea” a Casal di Principe, dove fu controllato dai carabinieri della locale stazione mentre gestiva l’attività. Inoltre, attestava falsamente la sua presenza sul luogo di lavoro e induceva in errore il suo medico di base per procurarsi un certificato che attestava un inesistente stato di malattia, giustificando così la sua assenza dal lavoro. Il dirigente Vincenzo Cenname, responsabile del settore Ambiente dal quale dipendeva Paone, non avrebbe verificato l’effettiva presenza del lavoratore, inducendo in errore l’amministrazione cittadina. In particolare, il 9 e il 16 novembre 2021 Paone, ufficialmente assente per malattia, veniva sorpreso dai carabinieri mentre lavorava nel bar. Nel settore guidato da Cenname (Lavori pubblici e Ambiente) lavorano 22 Lsu, alcuni dei quali stabilizzati con contratto part time a tempo indeterminato e quindi a tutti gli effetti dipendenti del Comune di Casal di Principe. Il dirigente ha confermato (circostanza contestata dalla Procura) che non venivano stilati ordini di servizio scritti, ma che agli operatori venivano impartite direttive per telefono. Stesso discorso per le ore di integrazione da riconoscere a ciascun Lsu.
C’è poi il caso di Nicola Gagliardi, che pur essendo andato in pensione a novembre del 2020, avrebbe continuato a lavorare per il Comune. La sua situazione è stata illustrata dal dirigente a cui faceva riferimento, Palmiro Giovanni Cosentino, responsabile del settore demografico. Alla fine di quell’anno, Cosentino fu informato dall’Lsu Vincenzo Caterino, collaboratore del dirigente Enrico Pignata, che Gagliardi non avrebbe più ricevuto l’integrazione oraria in quanto aveva compiuto 67 anni e doveva andare in pensione. Qualche giorno dopo Cosentino parlò con Gagliardi che gli confermò di aver presentato richiesta di pensionamento, e il dirigente lo avvertì che non sarebbe più stato pagato. “Tuttavia – ha aggiunto – non mi sono mai più preoccupato della cosa”. Lo stesso dirigente esclude che sia stato stipulato un contratto di collaborazione o decisa una proroga, per cui “questa situazione poco chiara di Gagliardi è rimasta in sospeso” e “non so se l’ufficio Personale abbia mai fatto una formale comunicazione all’interessato del suo collocamento in pensione: io, come responsabile dell’ufficio demografico, non l’ho mai ricevuta”. Secondo Cosentino, Gagliardi avrebbe continuato a lavorare, ma “senza percepire nulla”, tanto è vero che “spesso viene da me per lamentarsi che non viene remunerato”. La Procura ritiene invece che la retribuzione sia proseguita.
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