CASAPESENNA – È stata la recente visita dei carabinieri agli uffici comunali a riportare al centro della cronaca locale il Puc approvato dal consiglio comunale 3 anni fa. I militari hanno bussato alla porta dell’area Tecnica per prendere gli atti inerenti lo strumento urbanistico a seguito di una denuncia sporta da un imprenditore. E mentre gli investigatori, delegati dalla Procura di Napoli Nord, lo esaminano, il Puc, nato durante la prima amministrazione di Marcello De Rosa,è oggetto anche di attenzione da parte della giustizia amministrativa. E a novembre, infatti, ci sarà una nuova udienza dinanzi al Tar Campania.
Lo scenario
Andiamo con ordine. Un uomo d’affari (non sappiamo se sia lo stesso della denuncia o se le vicende siano connesse) attraverso il suo legale presentò ricorso al Tar nel 2020 con l’obiettivo di ottenerne l’annullamento. Per quale ragione? Tra le criticità che il ricorrente aveva ravvisato ci sono l’errata ricognizione “dell’attuale consistenza dell’edificato funzionale alla stima del fabbisogno abitativo” (in soldoni, il numero degli alloggi) e “il mancato adeguamento al principio di coerenza con il Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp) reso dalla Provincia il 14 gennaio 2021”.
La nomina
L’ottava sezione del Tar decise di nominare un consulente: scelse un professore del Dipartimento di Architettura e Disegno industriale della ‘Luigi Vanvitelli – Seconda università di Napoli’. I giudici gli chiesero di verificare se “il fabbisogno abitativo e le relative dotazioni di standard” indicate fossero “confermate dall’attuale stato dei luoghi con particolare riferimento agli edifici già edificati, a quelli sani, a quelli sanabili già oggetto di richiesta di sanatoria-condono e alle volumetrie autorizzate nell’ambito del recupero dei sottotetti”.
L’udienza
Al professionista venne anche chiesto di verificare se il Comune avesse adeguato o meno il Puc alle prescrizioni della Provincia (il ricorrente sosteneva che non lo avesse fatto). La relazione, tuttavia, non fu pronta nei tempi stabiliti, e così si arrivò all’udienza del 5 agosto scorso, in cui il Tar concesse “al verificatore la proroga dei termini” rinviando al 22 febbraio scorso. Ma neppure entro quella data arrivò la relazione. Per sbrogliare la situazione, il Tar ha deciso di richiedere chiarimenti al direttore pro tempore del Dipartimento “in merito all’effettivo svolgimento delle operazioni di verifica e alle ragioni del loro ritardo”. Chiarimenti che dovranno arrivare entro la data del prossimo 8 novembre.
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