CASAPESENNA – Tre anni di reclusione e arresti domiciliari: è la condanna inflitta dal Tribunale di Napoli Nord a Ernesto Adriano Falanga, 56enne, accusato di detenzione illegale di un’arma da guerra. Lo scorso ottobre, i carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta, durante una perquisizione nella sua abitazione in via Einaudi, trovarono una pistola mitragliatrice, marca Sites, modello ‘Spectre HC Pistol’ con numerose munizioni (nella foto), nascosta all’interno di un secchio di vernice. Il blitz portò anche a un altro ritrovamento rilevante, non oggetto, però, del processo a carico di Falanga, difeso dall’avvocato Ferdinando Letizia: nella casa dove vive furono scoperti due bunker.
È stato lo stesso Falanga, prima che iniziasse l’ispezione, ad avvisare i militari della presenza di un nascondiglio. Il covo segnalato si trova nella cantina, accessibile da una scala nel cortile. L’ingresso, realizzato in cemento armato, era celato dietro una scaffalatura a più ripiani.
Proseguendo i controlli, i carabinieri scoprirono anche un secondo bunker, non indicato dall’uomo: si trova in uno dei bagni dell’abitazione ed è nascosto da un pannello scorrevole. Più piccolo del primo, è dotato di due staffe utili per accedere a una seduta in cemento. Entrambi i nascondigli sono provvisti di illuminazione.
Un dettaglio rilevante: l’immobile in cui vive Falanga con la sua famiglia risulta intestato al capoclan Michele Zagaria e ai suoi fratelli e sorelle (lo hanno ereditato da una zia). Gli investigatori non escludono che i bunker potessero essere utilizzati dal boss o dai suoi sodali nei periodi in cui dovevano sottrarsi agli arresti. Falanga è stato giudicato esclusivamente per la detenzione della pistola mitragliatrice. Non gli è stata contestata, almeno per quanto risulta al momento, alcuna condotta di tipo mafioso. Va però segnalato che Ernesto Adriano Falanga ha legami di parentela acquisiti – tramite la moglie, estranea all’inchiesta – con due figure di rilievo della fazione Zagaria del clan dei Casalesi: i fratelli Giovanni e Giuseppe Garofalo, noti come i “marmolari”.