Caserta, l’ex sindaco Marino in aula: “Sagliocchi mi ha minacciato”

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Carlo Marino
Carlo Marino, ex sindaco di Caserta

CASERTA – Nel processo sulle presunte infiltrazioni del clan dei Casalesi nella costruzione del parcheggio di via San Carlo, è stata ascoltata la testimonianza dell’ex sindaco di Caserta Carlo Marino. Davanti alla prima sezione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Marino ha riferito di aver subito minacce in tribunale da Patrizio Michele Sagliocchi, principale imputato nel procedimento con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.

“Conoscevo l’architetto Nocera perché i nostri figli frequentavano le stesse scuole – ha dichiarato Marino – e sono stato l’avvocato
di Nocera in diversi procedimenti per abuso d’ufficio, tra cui quelli relativi al Comune di Recale e al caso del caseificio. In quel periodo
ero anche il legale di Sagliocchi.” L’ex sindaco – persona offesa – ha raccontato che Sagliocchi gli avrebbe rivolto minacce in aula: “Ha utilizzato toni forti, mi ha dato del ‘tu’ e mi ha detto che me l’avrebbe fatta pagare a me e a mio suocero, sostenendo che io fossi a conoscenza di un presunto conflitto di interessi legato alla difesa di un cliente di mio suocero, cosa di cui non ero a conoscenza.”

Questa presunta minaccia va collegata a un altro processo in cui Sagliocchi era accusato di estorsione, nell’ambito dell’inchiesta sul business dei carburanti che coinvolse anche i Cosentino, poi assolti così come Sagliocchi. Durante l’udienza è stato sentito un luogotenente delle fiamme gialle, che ha raccontato di un’ispezione svolta nel parcheggio San Carlo lo scorso aprile. L’ufficiale ha spiegato come i posti a rotazione siano disponibili solo al primo piano interrato, mentre ai piani inferiori — riservati a box in affitto e vendita — l’accesso è possibile soltanto tramite ascensore con badge, senza possibilità di usare le scale antincendio.

Nel procedimento sono imputati, oltre a Sagliocchi e al boss Michele Zagaria, anche il dirigente comunale Francesco Biondi, l’architetto
Carmine Domenico Nocera, Gaetano Riccardi, Fabio Fontana e Teresa Capaldo. Le accuse a vario titolo riguardano concorso esterno al clan, corruzione, autoriciclaggio, falso ideologico e trasferimento fraudolento di valori. Secondo la ricostruzione della Procura, nel luglio 2007 è stato firmato l’atto di compravendita dell’area tra una società riconducibile ai figli di Sagliocchi e il proprietario dello spazio. Nel 2008 sono state introdotte modifiche tecniche al progetto originario, finalizzate al rilascio del permesso a costruire, che nel 2009 sono state approvate
dal Comune. Tra queste modifiche figurano due uscite di sicurezza e una diversa distribuzione dei posti auto tra quelli a rotazione e i
box, in deroga alle norme tecniche di attuazione del piano regolatore.

Sagliocchi avrebbe corrisposto tangenti a Biondi e Nocera per agevolare l’ottenimento delle licenze comunali necessarie alla realizzazione del parcheggio. il Comune di Caserta si è costituito parte civile nel processo, con l’avvocato Lidia Gallo a rappresentarlo. Le udienze riprenderanno a settembre con l’escussione di ulteriori testimoni della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Nel collegio difensivo, tra i legali impegnati, Giovanni Cantelli, Giuseppe Stellato, Paolo Di Furia, Emilio Martino, Alfonso Quarto, Enzo Di Vaio, Guido Diana, Michele Di
Fraia, Alessandro Barbieri, Mauro Iodice, Stefano Montone e Giuseppe Ceceri. Marino, che ieri ha testimoniato nel processo a carico di Sagliocchi, è a sua volta imputato in un procedimento per turbativa d’asta, relativo alla gara per l’appalto dei rifiuti su cui avrebbe tentato di mettere le mani l’imprenditore Carlo Savoia. Recentemente la sua amministrazione è stata sciolta per pericolo di infiltrazioni mafiose.

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