Caso Cucchi, il pm: “Depistaggio scientifico. Non è caduto, lo hanno pestato”

Sono cinque i militari dell'Arma imputati nel processo bis

Foto Daniele Leone / LaPresse

ROMA “Il primo processo, che vedeva imputati per il pestaggio di cucchi tre agenti di polizia penitenziaria, fortunatamente sempre assolti, è stato un processo kafkiano. Un vero e proprio depistaggio scientifico”: è così che il pm Giovanni Musarò inizia la sua requisitoria nel processo bis in Corte d’Assise, che vede 5 carabinieri accusati del pestaggio di Stefano Cucchi. Il 31enne romano è morto il 22 ottobre del 2009 all’ospedale Pertini, sei giorni dopo essere arrestato per droga. Ad uccidere Cucchi sarebbero state secondo i giudici, oltre alle lesioni riportate durante il pestaggio in caserma, anche “le condotte omissive dei sanitari che lo avevano in cura all’ospedale Sandro Pertini”.

I cinque carabinieri accusati di omicidio preterintenzionale

Sono cinque i militari dell’Arma imputati nel processo bis. Alessio De Bernardo, Raffaele D’Alessandro e Tedesco sono accusati di omicidio preterintenzionale. Tedesco risponde anche di falso nella compilazione del verbale di arresto e calunnia insieme al maresciallo Mandolini. Il militare, nel corso del procedimento, ha accusato i due colleghi del pestaggio ai danni di Cucchi. Mandolini, all’epoca dei fatti, era a capo della stazione Appia dove venne arrestato Cucchi.

Vincenzo Nicolardi è insieme ai due accusato anch’egli di calunnia nei confronti degli agenti della penitenziaria che, nel corso della prima inchiesta, vennero accusati della morte di Cucchi.

Il pm Musarò: “Non possiamo fare finta di nulla, Cucchi non è caduto accidentalmente”

Un processo dai contorni oscuri quello per la morte di Cucchi. “Non possiamo fare finta che quella notte non sia successo niente – sono le parole del pm Musarò – Né non capire che si stava giocando una partita truccata all’insaputa di tutti”. In aula con il magistrato anche Michele Prestipino, pm titolare del procedimento, per rappresentare l’accusa. “Stefano Cucchi non è caduto accidentalmente, è stato pestato. – dichiara Musarò – Non è semplice sintetizzare due anni di un processo così complicato. Dopo la morte di Stefano Cucchi è iniziata una seconda storia. Nel frattempo ci sono stati altri processi, con imputati diversi. Per il pestaggio ci furono prima tre agenti della penitenziaria e poi i medici dell’ospedale Pertini”.

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