Caso Diciotti, interrotto lo sciopero della fame. L’Ue ‘scarica’ l’Italia, Conte: “Ne trarremo le conseguenze”

Il premier attacca senza mezzi termini Bruxelles: "Ancora una volta misuriamo la discrasia, che trascolora in ipocrisia, tra parole e fatti"

Giuseppe Conte
Foto Ludovic Marin / LaPresse in foto Giuseppe Conte

CATANIA – Non si sblocca la situazione della Diciotti, la nave della Guardia costiera italiana sulla quale si trovano più di 150 migranti in attesa di capire la loro sorte. Stamane avevano deciso di avviare uno sciopero della fame per protestare contro l’impossibilità di scendere dal natante. Poi è stato interrotto. Ma è scontro tra l’Ue e l’Italia.

Fumata nera a Bruxelles, Conte furioso

Nel pomeriggio si è tenuta, convocata d’urgenza, una riunione della Commissione Europea che però non ha dato gli esiti sperati. A confermarlo è stato il premier Giuseppe Conte: “L’Italia è costretta a prendere atto che l’Europa oggi ha perso una buona occasione. In materia di immigrazione non è riuscita a battere un colpo in direzione dei princìpi di solidarietà e di responsabilità che pure vengono costantemente declamati quali valori fondamentali dell’ordinamento europeo”.

Il primo ministro italiano ha poi aggiunto: “Nel corso della riunione convocata d’urgenza dalla Commissione Europea non è stato dato alcun seguito alle Conclusioni deliberate nel corso dell’ultimo Consiglio Europeo di fine giugno. Anzi. Da parte di alcuni Stati è stato proposto un passo indietro, suggerendo una sorta di regolamento di Dublino ‘mascherato’; che avrebbe individuato l’Italia come Paese di approdo sicuro, con disponibilità degli altri Stati a partecipare alla redistribuzione dei soli aventi diritto all’asilo; che notoriamente sono una percentuale minima dei migranti che arrivano per mare. Eppure è noto a tutti che l’Italia sta gestendo da giorni, con la nave Diciotti, una emergenza dai risvolti molto complessi e delicati”.

Parole durissime, quelle del presidente del Consiglio contro l’Ue: “Ancora una volta misuriamo la discrasia, che trascolora in ipocrisia, tra parole e fatti. Bene. Se questi sono i ‘fatti’ vorrà dire che l’Italia ne trarrà le conseguenze e, d’ora in poi, si farà carico di eliminare questa discrasia perseguendo un quadro coerente e determinato d’azione per tutte le questioni che sarà chiamata ad affrontare in Europa”.

La posizione degli altri Stati e il pugno duro del Viminale

Secondo quanto si apprende gli altri Stati hanno evidenziato che il flusso di migranti pro-capite è molto al di sotto di altri Stati membri. E, quindi, non ci sarebbe la necessità di condividere la responsabilità in termini di accoglimento. Questo nonostante l’Italia, al di là della situazione della nave Diciotti, abbia accolto, negli ultimi anni, circa 700mila cittadini stranieri. Sulla questione Diciotti il Viminale è chiaro: “Dalla Diciotti non si scende”; anche in considerazione che nè l’Ue nè gli altri Stati membri hanno ritenuto di dover fare un passo verso l’Italia e di farsi carico, a livello europeo, della questione immigrazione.

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